Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e i leader di Cgil, Cisl e Uil - rispettivamente, Camusso, Furlan e Barbagallo - hanno firmato venerdì l'accordo sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali, definito dalla confederazione degli idustriali come "Patto della Fabbrica", dopo che i contenuti erano già stati concordati il 28 febbraio.

Il testo conferma due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale o territoriale), indica i criteri di calcolo degli aumenti salariali, introduce il Trattamento economico complessivo e minimo (Tec e Tem) e definisce per la prima volta la misurazione della rappresentanza anche per le imprese.

Queste, in sintesi le dichiarazioni dei firmatari.

Susanna Camusso, Cgil: «È un investimento che facciamo sulla funzione della contrattazione ed è un investimento sull’autonomia delle parti sociali. Veniamo da una stagione in cui è stata messa in discussione. Bisogna rafforzare nel nostro Paese la centralità del lavoro.»

Carmelo Barbagallo, Uil: «Questo accordo è arrivato in un momento particolare. Il Paese si è espresso con un voto e l´economia è in leggera ripresa: con questo accordo dobbiamo favorirne il decollo. Abbiamo discusso a lungo e quando si formerà un nuovo Governo, le ragioni dell’autonomia delle parti sociali saranno ben chiare.
Noi abbiamo sempre sostenuto che sulle questioni relative al mondo del lavoro... al massimo ci possono essere leggi a sostegno, ma non sostitutive del ruolo delle parti sociali. Bisogna far crescere i salari per la ripresa economica del Paese e, insieme, anche la produttività che può aumentare grazie al benessere lavorativo.
Formazione, innovazione e partecipazione sono decisivi per agganciare il treno dell’impresa 4.0 . Ora si devono abbassare le tasse sul lavoro: dal prossimo Governo ci aspettiamo l´abolizione del cuneo fiscale che grava sui lavoratori».

Annamaria Furlan, Cisl: «Questo è un accordo che arriva dalla presentazione unitaria della piattaforma contrattuale dei sindacati a Confindustria. Abbiamo lavorato tanto, oltre un anno di confronti.
Al paese offriamo dei messaggi, alcuni importanti: impresa e lavoro sono un bene comune, prezioso, salvaguardato e va assolutamente alzata la qualità del lavoro e di quello che si produce.
Abbiamo dimostrato che attraverso il dialogo e il confronto si può fare, pur rappresentando interessi diversi, c'è un legame che è il valore del lavoro. Abbiamo assistito a una campagna elettorale non bella sui temi del lavoro, noi crediamo che questo accordo contribuisca alla crescita del lavoro.»

Vinenzo Boccia, Confindustria: «In un momento delicato per il Paese le parti sociali si compattano, non si dividono. È un messaggio al Paese che industriali e sindacati, consapevoli delle sfide da affrontare, lanciano con la firma dell'accordo su contrattazione e rappresentanza.
L'intesa raggiunta, anche con divergenze ma sempre con rispetto e con la volontà di costruire un percorso, è un esempio di come si possa passare dalla stagione del conflitto al confronto nell'interesse di tutti. E rappresenta un appello al mondo esterno, a fare le cose con responsabilità.»