Lunedì, in processione, i leader della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti si sono recati al Senato dove hanno ufficialmente consegnato l'atto di accusa per cui hanno condannato Donald Trump lo scorso 13 gennaio: "istigazione all'insurrezione".
Lo ha letto all'Aula il il deputato Jamie Raskin, che ha definito l'ex presidente come una minaccia per la democrazia.
Anche il neo presidente, Joe Biden, si è espresso a favore dell'impeachment. È la prima volta in tal senso. Biden, infatti, in una intervista alla CNN ha dichiarato: "Penso che vada fatto".
Rispetto al calendario ipotizzato dopo il voto alla Camera, il processo al Senato inizierà nella seconda settimana del mese di febbraio: sarà il quarto della storia Usa e il secondo per Trump.
Perché il Senato giudichi Trump colpevole, è necessario che in tal senso si esprimano i 2/3 dell'Aula. In pratica, ai voti di tutti i senatori democratici si dovranno aggiungere i voti di 17 senatori repubblicani.
Ma il senatore repubblicano del Mississippi, Roger Wicker, venerdì alla CNN ha detto che "le possibilità di ottenere una condanna [contro Trump] sono praticamente nulle".
Al momento, solo cinque senatori repubblicani - Mitt Romney dello Utah, Lisa Murkowski dell'Alaska, Ben Sasse del Nebraska, Susan Collins del Maine e Pat Toomey della Pennsylvania - sono indicati come gli unici che voteranno per l'impeachment.