16 i braccianti morti in 48 ore nel foggiano. All'incidente dello scorso sabato in cui sono morte 4 persone, questo lunedì ha fatto seguito un nuovo ulteriore incidente in cui sono morte addirittura 12 persone, mentre tre sono rimaste ferite.

L'incidente è avvenuto nel primo pomeriggio in località Ripalta, nei pressi del comune di Lesina sulla strada statale 16, dove si sono scontrati un tir e un furgone su cui viaggiavano le persone che sono decedute. Tornavano dalla raccolta del pomodoro nei campi. Praticamente, un incidente in fotocopia con quello dello scorso fine settimana.

Chi erano quelle persone e perché ne sono morte così tante, lo chiarisce la nota congiunta del segretario generale Cgil Susanna Camusso e della segretaria generale Flai Cgil Ivana Galli.

«Una mattanza senza fine: ora altri braccianti stranieri sono morti in un altro incidente stradale nel foggiano. Quello che sta accadendo in queste ore non è una fatalità, ma il frutto delle condizioni in cui lavorano e si recano nei luoghi di lavoro i tantissimi braccianti, molti stranieri, impegnati nelle campagne di raccolta.

Mercoledì saremo a Foggia per una manifestazione unitaria per dire basta e denunciare con forza quanto sta accadendo. È necessario che le istituzioni preposte agiscano, come chiediamo da mesi e da anni, sul tema del trasporto. La verità che sta dietro a queste stragi è che il trasporto è in mano ad un sistema di caporalato che non solo lucra sulla giornata lavorativa e sfrutta le persone, ma facendole viaggiare come merci o carne da macello ne mette a rischio la vita.

Questi furgoni fatiscenti e senza autorizzazione alcuna vanno fermati per fornire un trasporto sicuro. Si poteva fare un bando per il trasporto dei lavoratori agricoli, ma non è stato fatto perché le aziende non hanno fornito i dati completi per attivare lo stesso.

Chiediamo che venga convocato immediatamente il tavolo interministeriale con Prefetto, istituzioni e sindacati. Le stragi di questi giorni mostrano a tutti quale sia la condizione di tanti lavoratori agricoli, una condizione limite che sta collassando non solo sul versante dello sfruttamento ma anche, come era prevedibile, su quello del nodo del trasporto che, con mezzi inadeguati e fatiscenti, sta mettendo a repentaglio centinaia di vite umane.»

Inutile aggiungere che dagli stakanovisti del post, i ministri in pectore del social network, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nessuna comunicazione - dopo due ore dalla notizia - è stata inviata sui loro profili in merito a quanto accaduto.