di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - Salerno.   Tutti gli essere viventi interagiscono con l’ambiente che li circonda, l’interazione è molto stretta e ogni stimolo chimico, fisico e microbiologico può modificare o creare reazioni a volte imprevedibili.

Per decenni pensando, in parte anche giustamente, che bisognava progredire per ottenere il benessere dei popoli, si è attuata una politica espansionistica, di costruzione di opere spesso altamente impattanti e inquinanti. Si sono prodotte sostanze che sono servite per migliorare in alcuni casi la qualità della vita delle popolazioni, ma che dopo qualche decennio sono risultate altamente pericolose, cancerogene, tossiche.

Ecco che dopo avere sintetizzato sostanze per creare indumenti impermeabili, dopo avere utilizzato amianto e carta carbone , dopo avere utilizzato plastiche abbiamo dovuto bandire, ad esempio, i policlorobifenili, i famosi Pcb che abbiamo tra l’altro smaltito in modo colposo e doloso. 

Oggi, senza andare per le lunghe, dobbiamo dire che sebbene ci sia stato un progresso negli ultimi 100 anni, siamo giunti  sull’orlo di un precipizio e non abbiamo paracadute.

Il cosiddetto progresso, che ricordo sempre non può avere un prezzo, non è più compatibile con il pensiero economico, sociale e tecnologico che abbiamo avuto fino ad ora. 

Bisogna per forza e in breve tempo, meno di un decennio , riprogrammare completamente il modo di fare progresso e economia.

Il futuro della terra deve essere green non a chiacchiere, ma nei fatti. 

Esistono chiarissime prove che abbiamo esagerato. 

Lo stesso Covid è il  frutto di uno sbilanciamento della natura, del fatto che abbiamo troppo occupato spazi altrui  e abbiamo creduto troppo alla globalizzazione.

Tra l’altro, forse proprio la pandemia in atto nel mondo dovrebbe farci riflettere che è venuto il momento di fare un passo indietro, toglierci dall’orlo del precipizio e riprogrammare i comportamenti.

E chiaro che in un momento in cui gli umani credevano di avere ogni cosa in pugno, di poter andare su Marte e che la globalizzazione fosse uno dei motori dell’economia mondiale, tutto è crollato per un virus.

 Bisogna adottare stili di vita diversi. Sembrerà strano ma, ad esempio, sarà necessario smettere di volare se non indispensabile. Gli aerei sono altamente inquinanti, ognuno per scelta personale è indispensabile che non voli  per futili motivi.

I voli low coast invogliavano a muoversi per andare a vedere le vetrine di Amsterdam anche a chi non ha  necessità reale di farlo .

Sembra strano dire questo, ma purtroppo secondo la vecchia concezione dell’economia e del progresso il trasporto aereo doveva essere il business del secolo insieme al turismo e invece è proprio questo ad avere ricevuto un colpo mortale e a dover essere completamente riprogrammato. 

La possibilità di occupazione e di guadagni miliardari nel futuro sarà certamente nascosta in nuove idee che riprogrammino completamente il modo di vivere sulla terra. 

Non bisogna per forza ritornare all’asino o al carro con i buoi, anche se alla fine non ci sarebbe nulla di male! 

Abbiamo consumato e stiamo consumando troppo suolo, abbiamo rubato terra per opere e abbiamo provocato desertificazione con i cambiamenti climatici.

Comunque si voglia vedere il problema, resta una costante il fatto che abbiamo rovinato l’atmosfera contribuendo all’aumento di temperatura, abbiamo rovinato i terreni con smaltimenti colposi e dolosi, abbiamo riempito i mari e gli oceani di rifiuti.

Oggi bisogna assolutamente salvare, controllare e riprendere un'agricoltura del passato, forse bisogna abbandonare pre un po' l'industrializzazione. 

Al momento la nostra terra che ha grandi capacità di rigenerarsi, anzi io direi  che come una  buona mamma ha cercato sempre di riparare gli errori dei figli degeneri,  sta smettendo di fare la buona  mamma.

Abbiamo invecchiato la nostra terra molto di più negli ultimi 100 anni rispetto alla sua plurimillenaria età. Pertanto ora, e subito, bisogna da buoni figli “provvedere alla sua cura ” prima che muoia con una lunga e triste agonia, e noi con essa.

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