In un Paese cambia governo? Si prospetta la possibilità che a guidarlo non ci sia un esecutivo di politici "responsabili" da poter "controllare", con cui in passato si è potuto dialogare e che è stato possibile valutare in occasione di qualche contesto internazionale?

Beh... allora è necessario richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica di quel Paese, tramite le strutture che possono influenzarla, facendo presente che qualsiasi riforma che un nuovo governo volesse fare - rispetto a quanto fatto in precedenza - non è possibile farla... perché persino quanto fatto finora è insufficiente.

Bisogna ancora fare di più verso la strada del risanamento, del risparmio e, naturalmente, della diminuzione delle risorse a coloro che in quel Paese già vivono sull'orlo della povertà. Un classico...

Dopo le elezioni che non hanno visto vincere lo schieramento dei "responsabili", ma quello degli incontrollabili arruffapopolo che non si sa bene come possano essere arginati, ecco spuntare puntuali, studi e analisi che ci indicano che in Italia nulla può essere cambiato... in meglio, naturalmente, dal punto di vista degli italiani.

Infatti, ci sono ampie possibilità per poter e "dover" peggiorare la situazione attuale. Ce lo ricorda uno studio dal titolo "Italy: Toward a Growth-Friendly Fiscal Reform" pubblicato tra i working paper del Fondo Monetario Internazionale a cura degli economisti Michal Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur e Mehdi Raissi.

Lo studio - che puntualmente arriva nel momento in cui chi ha vinto le elezioni chiede di abolire o modificare le riforme introdotte dal governo Monti - sebbene sia stato pubblicato dal Fondo Monetario, comunque non rappresenta la posizione dell'FMI, come invece hanno erroneamente riportato alcune fonti, nonostante lo abbia pubblicato.

Vediamo qual è il nocciolo della questione. La spesa pensionistica italiana è e sarà anche nei prossimi anni troppo elevata nonostante l’entrata in vigore della riforma Fornero. Come agire? È necessario ridurre le pensioni calcolate con il metodo retributivo e quello misto, diminuire i criteri di concessione delle pensioni di reversibilità e alzare il livello di contributi versati dai lavoratori autonomi, ritenuto attualmente troppo basso... neanche fossimo il paese di Bengodi!

Attualmente, secondo il working paper, la spesa pensionistica italiana è la seconda più alta dopo quella della Grecia e da ciò origina un'insufficiente spesa pubblica per istruzione e per investimenti. Non solo, secondo il rapporto ci sono addirittura altre aree di spesa eccessiva su cui è possibile risparmiare, come la spesa per beni e servizi nel settore sanitario, i compensi delle forze dell’ordine e nel settore della sanità, le agevolazioni fiscali e i finanziamenti alle imprese.

Inoltre, per riformare il sistema previdenziale si rende necessario un intervento sulle pensioni calcolate in toto o in parte sulla base delle retribuzioni, ad esempio tagliando la tredicesima.

Ma anche sulle pensioni di reversibilità è possibile intervenire, fissando un’età minima perché il coniuge rimasto vedovo ne possa beneficiare, eliminando anche la possibilità che altri familiari possano poi esserne i beneficiari.

Il working paper chiede anche di eliminare i benefici nel calcolo della pensioni alle madri lavoratrici e di aumentare i contributi da parte degli autonomi, senza dimenticare l'improvvido provvedimento della quattordicesima mensilità concessa ai pensionati che ricevono importi minimi. Nei loro confronti è necessario intervenire in altra maniera.

Questa una piccola sintesi di quanto contenuto nel rapporto. Ma non c'è da allarmarsi, perché ne sentiremo di peggio. Infatti, in base a come andranno le trattative per la formazione di un nuovo governo, i giudizi sull'Italia potranno addirittura peggiorare, con scenari che prospetteranno sciagure e catastrofi inenarrabili. E naturalmente, in quel caso, dato che a diffondere tali previsioni non saranno oscuri complottisti ma istituzioni e centri studi riconosciuti nel mondo, dovremmo pure credergli... forse!