Renzi si riprende il partito. Con questo titolo, assolutamente perfetto, l'Unità commenta la vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Partito Democratico per la corsa alla segreteria.

Una giornata, definita dal vincitore e dalla sua corte, con toni a dir poco entusiastici. Di seguito proviamo a capire se tali toni siano motivati ed il perché Matteo Renzi sia stato rieletto.

Innanzitutto partiamo dal numero dei votanti. Dati definitivi non ne sono ancora stati dati, ma il totale di coloro che ha partecipato al voto è di circa 2 milioni di persone, quindi, circa 1 milione in meno rispetto ai votanti dello stesso appuntamento del 2013. Questo è un dato fantastico?

L'aver perso un terzo di elettori è un serio problema in qualsiasi elezione. In quella per le primarie PD invece questo dato è considerato un successo... anche dai media. Perché? Perché Renzi aveva dichiarato che sarebbe stato un dato soddisfacente se avesse votato almeno un milione di persone. E per quale motivo ha fatto questa dichiarazione? Nessuno glielo ha chiesto e lui si è ben guardato dallo spiegarlo.

Forse a causa del fatto che il partito, grazie a lui, si è scisso? Ma come può aver inciso tale scissione se elettoralmente MPD vale il 4%? Ma forse, quando parlava di un milione di persone, Renzi si riferiva a quanto da lui "combinato" nei tre anni di governo?

E sulla base di questo sospetto non resta che capire - se possibile - il perché ben oltre un milione di persone lo abbia votato per continuare a ripetere gli errori fatti nei suoi tre anni alla guida del paese e a quella del partito.

Leggendo la sua mozione congressuale, Matteo Renzi non disconosce i suoi errori e non dà segno di ripensamenti per il futuro.

Il partito continuerà ad essere guidato da un segretario che dovrà essere anche il candidato premier alla guida del governo del paese. Perché? Perché in Europa funziona così, dice Renzi. Una risposta assurda, ma che serve per non dare quella più logica... la possibilità di ricattare il proprio gruppo parlamentare, con la minaccia per i deputati di non essere ricandidati nel caso non supportino le sue indicazioni.

E se nel modo in cui verrà governato il PD nulla cambierà, che cosa accadrà con un governo a guida Renzi rispetto a quanto già visto in passato? Niente di nuovo. Infatti, Renzi non ha disconosciuto - e pertanto non si è neppure scusato - gli insuccessi di tre anni di governo. Anzi, è convinto di aver agito per il meglio, sempre negli interessi degli italiani.

Ed è evidente che molti la pensino come lui se si sono scomodati per andarlo a votare per eleggerlo segretario di un partito con la speranza che possa anche ridiventare presidente del Consiglio.

Quali sono questi insuccessi?

Partiamo dall'Europa. Renzi la vuole riformare... ma la voleva riformare anche nel 2014. Che cosa ha fatto di concreto? Nulla, a parte qualche dichiarazione in Italia da ganassa di provincia. Per il resto, non ha ottenuto nulla di concreto. Per quale motivo in futuro in Europa dovrebbe cambiare qualcosa solo perché lo dice lui?

La riforma del lavoro, a detta di tutti, è un fallimento, perché nonostante i 20 miliardi spesi dal governo non si è arrivati a promuovere in modo significativo la stabilità del lavoro. Eppure Renzi è soddisfattissimo di quanto ha fatto e ne snocciola pure i dati, che però sono sbgliati.
Infatti, Renzi confonde gli occupati con i posti lavoro che da lui sarebbero stati creati. In realtà, i dati Istat che lui cita sono riferiti a persone che, in molti casi, vengono conteggiate due, tre, forse persino quattro volte, perché i lavori svolti li occupano solo poche ore a settimana e devono farne diversi per "racimolare" una parvenza di stipendio che sia accettabile.
Ma questo i media non lo dicono e non lo fanno sapere agli entusiasti che votano Renzi.

La riforma elettorale da lui propagandata come la migliore del mondo, tanto che tutti i paesi in Europa avrebbero voluto copiarcela, si è rivelata - come era evidente a chiunque fosse dotato di un minimo di razionalità - anticostituzionale ed è stata bocciata dalla Consulta.

La riforma costituzionale era abbrocciata, insensata, contraddittoria e persino ridicola in molti punti, oltre che incomprensibile anche dal punto di vista unicamente linguistico. La riforma costituzionale è stata bocciata dagli elettori.

La riforma della RAI era stata propagandata per eliminare i partiti da Saxa Rubra per far nascere, finalmente, una vera tv pubblica. Risultato? Adesso la RAI è una tv alle dirette dipendenze del governo, come avviene in un qualunque regime dittatoriale.

Altolà... dirà qualcuno. Ci sono gli 80 euro. Una mancia elettorale che Matteo Renzi si è inventato per remunerare il target elettorale a lui favorevole per le elezioni europee del 2014. Grazie a quella regalia ha guadagnato il 40% bdi consensi. Un provvedimento da lui definito di giustizia sociale, uno slogan da fanatico ideologo dimenticandosi che lui è contro le ideologie!

Ma quello che più conta è che la giustizia sociale, e da si vede che Renzi non ne capisce nulla, parte da pochi euro a salire e non da almeno 600 euro di stipendio. E la giustizia sociale non richiede indietro a quelli che guadagnavano 600 euro gli 80 euro perché in seguito sono stati sfortunati da non riuscire a continuare a guadagnarne altrettanti. Tutto questo non ha niente a che fare con la giustizia sociale, ma solo con la presa in giro.
Ma anche in questo caso i media non lo dicono e non lo fanno notare agli entusiasti che votano Renzi.

Quindi, nonostante questi insuccessi che Renzi continuerà a ripetere in futuro se diventerà di nuovo premier, ci sono persone che sono andate a votarlo. Una parte di queste lo ha fatto per ragioni clientelari, una parte per ragione di tifo legate a motivi di bandiera, di campanle, di simpatia personale - tutte cose che niente abbiano a vedere con un qualcosa di minimamente logico - ed una parte perché, probabilmente, non è stata ben informata di cosa realmente ha fatto Renzi nei suoi tre anni da premier e da segretario.

I due candidati che si contrapponevano a lui, Orlando ed Emiliano, che a livello nazionale non si sono mai esposti e tantomeno pubblicizzati per candidarsi alla guida el partito o a quella del governo, erano dei semplici sconosciuti per gran parte degli elettori ed il fatto di essersi proposti all'ultimo momento possibile ed aver avuto solo 60 giorni di tempo per farsi conoscere in una sfida contro uno la cui faccia è giornalmente da anni in tv, non potevano non essere che delle semplici foglie di fico.

Un ruolo cui Orlando ed Emiliano si sono prestati per dare dignità ad un evento che, fin dall'inizio, non poteva che risultare una farsa. Grazie alle due foglie di fico, adesso si vuole propagandare come fantastico un voto che aveva a che fare più con il teatro che con la democrazia.

Ma tutto questo, a parte qualche rara eccezione, nessuno lo dirà o avrà il coraggio di dirlo. D'altra parte Matteo Renzi incombe e, a differenza di quanto ha promesso, i nemici saranno puniti perché la rivincita è già iniziata.