Alle 10.30 di mercoledì 20 gennaio, la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presso l'Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, ha sentito Federico Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit sui contatti tra Unicredit e Banca Popolare dell'Etruria, sia diretti che indiretti, avvenuti con il tramite di personalità del mondo della politica.

Il primo contatto di Unicredit con le problematiche di Banca Etruria avvenne nel settembre 2014, tramite Mediobanca nominata advisor dalla banca aretina per trovare acquirenti. Unicredit rispose a Mediobanca di non essere interessata all'acquisto nel giro di 24 ore.

Ai primi di settembre, nei giorni 6/7, Ghizzoni incontrò la ministra Boschi al Forum Ambrosetti, ma non ci furono in quell'occasione colloqui specifici sulle banche in generale e su Etruria in particolare.

L'11 settembre, ci fu il primo incontro con Boschi a Roma, a largo Chigi. Incontro a cui partecipò anche il capo relazioni istituzionali Unicredit, Scognamiglio: "Si parlò di politica ma non di Etruria."

Nel "diario" di Ghizzoni si fa di nuovo riferimento a Banca Etruria a fine ottobre 2014, per una richiesta diretta da parte di Banca Etruria per fissare con lo stesso Ghizzoni un incontro cui avrebbero partecipato anche organi istituzionali. Ghizzoni pensò che gli organi istituzionali si riferisserio a Banca d'Italia, perché sapeva che aveva dato il suo placet per la ricerca di un investitore da parte di Etruria.

Il 4 novembre, in occasione della celebrazione dei 15 anni di Unicredit, ci fu una cerimonia cui partecipò la ministra Boschi che disse a Ghizzoni "sentiamoci prima di fine anno", per fissare un incontro che si svolse il 12 dicembre.

Anche il direttore generale di Unicredit, Nicastro, fu contattato il 5 novembre da banca Etruria per sapere se Unicredit fosse interessata all'acquisto.

L'appuntamento richiesto a novembre fu fissato per gli inizi di dicembre, per la precisione il giorno 3. Che cosa si dissero i vertici delle due banche? Che Etruria doveva trovare nuovi soci e che, rispetto a qualche mese fa, adesso era stato messo a punto un processo di ristrutturazione che prevedeva good bank, bad bank, riduzione forza lavoro ad un totale di 1200 persone, riduzione delle filiali.

Ghizzoni disse che era difficile per Unicredit effettuare un acquisto nei tempi strettissimi indicati da Etruria - prima di febbraio 2015 per evitare il commissariamento - anche in relazioni a elementi esterni relativi a nuove normative Ue che sarebbero entrate in vigore a breve.

Ghizzoni lasciò comunque la porta aperta, dicendo che ne avrebbe parlato alle strutture tecniche di Unicredit.



Nell'incontro del 12 dicembre con la ministra Boschi venne affrontato il tema specifico delle banche in crisi. La Boschi manifestò la sua preoccupazione sull'impatto che avrebbe avuto sul territorio la crisi di Mps e Banca Etruria su piccole imprese e famiglie.

Alla fine dell'incontro, la Boschi gli chiese se era possibile per Unicredit acquisire Banca Etruria, sempre in funzione di supporto alle esigenze del territorio. Che cosa rispose Ghizzoni? Che per richieste di questo genere non era in grado di dare risposte in merito né positive, né negative e che, al riguardo, la stessa Banca Etruria si era attivata e che Unicredit avrebbe dato una risposta il tal senso alla stessa banca aretina. Ghizzoni fece comunque presente che Unicredit avrebbe agito in ogni caso in base al suo interesse. La Boschi convenne.

Il colloquio fu cordiale. Ghizzoni ha detto che non avvertì pressioni da parte del ministro. Successivamente non ci furono ulteriori contatti.

Nella sua testimonianza, Ghizzoni comunica un fatto finora sconosciuto. Il 13 gennaio gli arrivò a una mail, definita molto sintetica, da parte di Marco Carrai, che può esser definito l'ombra di Matteo Renzi ma che non aveva alcun ruolo istituzionale. Mail che l'ex ad ha riportato alla lettera: "Solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti, se possibile e nel rispetto dei ruoli, per una risposta".

"La mia prima reazione fu pensare chi avesse chiesto a Carrai il sollecito", ha detto Ghizzoni ai membri della Commissione, aggiungendo però che decise di non approfondire con Carrai tale argomento per non allargare i "canali di comunicazione".

Ghizzoni rispose a Carrai che, una volta finite le analisi tecniche su Etruria, avrebbe comunicato alla stessa banca e ai suoi vertici la scelta di Unicredit.

Risposta che a Etruria venne data il 29 gennaio 2015. La decisione comunicata fu negativa perché il tipo di investimento, pur nella sola good bank, che le nuove regole Bce avrebbero richiesto sarebbe stato superiore al miliardo di euro. Un investimento troppo elevato senza avere ritorni certi, considerando che anche la good bank non era poi così in buone condizioni.

"Da quel momento in poi con Banca Etruria non ci furono più contatti" ha concluso Ghizzoni. Dopo il commissariamento di Banca Etruria dell'11 febbraio, ci furono al riguardo solo dei contatti con Bankitalia, con Barbagallo che, dopo il commissariamento della banca di Arezzo, gli chiese se Unicredit fosse a quel punto interessata a Etruria. La risposta fu negativa.