In tema di futuri governi e possibili alleanze, l'attacco effettuato in Siria da Usa, Francia e Gran Bretagna,condannato da Russia e Iran, ci fa capire in base ai commenti, le posizioni, anche contrastanti, delle varie forze politiche italiane.


I Cinque Stelle, ormai diventati moderatissimi e democrastianissimi, si sono espressi con questa dichiarazione del capo politico Di Maio:

«Siamo preoccupati per quel che sta accadendo e riteniamo che in Siria occorra accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia, incrementando i canali si assistenza umanitaria. L'uso di armi chimiche, come ho già detto, è intollerabile ma mi auguro che l'attacco di oggi resti un'azione limitata e circoscritta e non rappresenti invece l'inizio di una nuova escalation.

Restiamo al fianco dei nostri alleati, soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l'Ue debba avere la forza di farsi vedere compatta e unita, anche nell'invitare le Nazioni Unite a compiere ispezioni sul terreno in Siria affinché si accertino le responsabilità sull'uso di armi chimiche da parte di Assad.

Su questo aspetto, in particolare, mi auguro che anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si mostri coeso. Di seguito la lettera inviata dai nostri capigruppo ai presidenti delle Camere.»

Neanche l'Aldo Moro delle "convergenze parallele" avrebbe potuto fare di meglio per non prendere posizione, senza far torto a nessuno. E neppure i capigruppo Toninelli e Grillo sono da meno:

«Come noto, nelle ultime ore la crisi siriana ha registrato una evoluzione che rende la situazione estremamente delicata. Il MoVimento 5 Stelle nella giornata di mercoledì aveva già chiesto nell’Aula del Senato della Repubblica che il Governo riferisse al Parlamento.

L’evolversi dei fatti non consente di attendere oltre e richiede, a nostro avviso, una convocazione urgente già nelle prossime ore se non delle Assemblee, almeno delle Commissioni speciali, anche in sede congiunta, affinché il Presidente del Consiglio dei ministri possa informare le Camere dell’andamento della crisi e avviare una riflessione condivisa sull'evoluzione dello scenario nelle prossime settimane.»

Se aggiungiamo poi che l'invito a Gentiloni si conclude con un «in attesa di un cortese riscontro porgiamo i nostri più cordiali saluti» si capisce che quanto accadeva cinque anni fa con Grillo che minacciava sollevazioni di popolo è classificabile in un'altra era geologica.


Il centrodestra, per confermare la propria coesione, esprime questo giudizio con il proprio candidato premier, il leghista Matteo Salvini:

«Stanno ancora cercando le "armi chimiche" di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi "missili intelligenti", aiutando peraltro i terroristi islamici quasi sconfitti.»

Alla "riflessione", risponde il coordinatore in seconda dell'alleanza, Silvio Berlusconi, con una frase che la dice lunga sulla condivisione di idee e programmi: «In queste situazioni è meglio non pensare e non dire niente.»

Infine, Giorgia Meloni riporta il centrodestra sulle posizioni pro Russia con le seguenti parole: «Attacco in Siria fuori dalla legalità internazionale in assenza di un pronunciamento dell’ONU sui presunti attacchi chimici. Evidentemente i disastri causati in Libia non hanno insegnato nulla. L’Italia non assecondi questa pericolosa deriva.»

E per fortuna, i tre "leader" ogni tanto si riuniscono ad Arcore per una mangiata o un caffè per dire, coram populo, che sono d'accordo su tutto. Pensate un po' se invece avessero detto di esser divisi!


A sinistra, anche se è più opportuno parlare di Partito Democratico, dato che con Matteo Renzi ancora in giro c'è pure il rischio di poter offendere qualcuno nell'utilizzare tale termine, la presa di posizione è affidata al segretario reggente Maurizio Martina e al responsabile esteri Piero Fassino:

«In queste ore di tensione e di grande ansia è necessario rilanciare il massimo impegno politico e diplomatico per bandire l'uso criminale di armi chimiche, fermare le violenze e restituire la parola al negoziato come unica strada per mettere fine al dramma che la Siria vive da sette anni.

Sosteniamo la posizione assunta dal Governo e dal Presidente Gentiloni e ogni iniziativa intrapresa dall'Unione Europea e dall'Onu a cominciare dall’impegno del suo inviato Staffan De Mistura.

In particolare riteniamo che la Conferenza internazionale sulla Siria convocata il 24/25 aprile a Bruxelles dovrà essere la sede per uno sforzo di responsabilità di tutta la comunità internazionale, in primo luogo dei Paesi che hanno il maggior ruolo in quella drammatica crisi.»

E poi dal Pd dicono di essere alternativi ai 5 Stelle... anche se praticamente hanno detto le stesse identiche cose!