Si è conclusa sabato, a Milano, la due giorni del Forum nazionale dedicato ai circoli del Partito Democratico che si svolgeva al teatro Linear Ciak. L'intervento di chiusura, come è giusto che sia in questi casi, è stato fatto dal segretario del partito Matteo Renzi.

E come al solito, come è nel suo stile, Renzi ha bacchettato tutto e tutti, esaltando quanto di buono e bello "sarebbe" stato fatto da lui e da quelli che lo "venerano". Insomma, le solite menate, con delle frecciate che stavolta hanno avuto per bersaglio chi ha osato esprimere delle critiche alla sua conduzione del partito che, in questo caso, erano addirittura alcuni dei fondatori del partito, confermando, per chi ancora si rifiutasse di vedere la realtà, che il PD di Renzi è tutt'altra cosa rispetto al partito di centrosinistra per come era stato pensato all'inizio.

Che si mettano l'animo in pace i "nostalgici", così definiti da Renzi... il motto attuale, d'altronde, è avanti e avanti bisogna andare, senza guardarsi indietro. Lo dimostrano, sempe secondo Renzi, i dati che caratterizzano la sua azione di governo (tra cui è da comprendere anche quella del suo subordinato Paolo Gentiloni) che confermerebbero che l'Italia attuale è una grande potenza, mentre quella che aveva preso in mano lui era un paese allo sfascio.

Inutile aggiungere che Matteo Renzi non ha neppure risparmiato le critiche all'opposizione... già dall'inizio del suo intervento, tra l'altro di stampo anti meridionale. Salutando le magliette che alle sue spalle gli facevano da cornice, Renzi ha detto che «in queste ore le magliette "zalle" (gialle, ndr) stanno ripulendo Napoli che è un po' più complicato che ripulire Milano.» I napoletani zozzoni sono stati etichettati e bacchettati a dovere.

Naturalmente, lo sguardo al futuro di Renzi comprende solo chi possa essere d'accordo con le sue decisioni, mentre le critiche sono solo il vecchio che appartiene al passato e che lui è il solo a rappresentare la sinistra "buona" quella che vince.

Ma proprio lì è il punto... la vittoria. Finora, di vittorie Renzi non ne ha viste a partire dal 2016, data in cui ogni appuntamento elettorale è stato per lui un calvario dove ha collezionato sonoresconfitte. Dopo aver valutato la bellezza di quanto da lui fatto nei suoi anni alla guida del paese, gli italiani hanno comunicato il loro giudizio con il voto. Non gli crede più nessuno? No, ancora c'è gente che sta ad ascoltarlo... ma come dicono i risultati delle urne da 12 mesi a questa parte il loro numero continua a calare.

Ed è proprio questo il punto che Matteo Renzi fa finta di non vedere. Infatti, lui dice di aver fatto meraviglie per l'italia. Ma se gli italiani lo votano sempre di meno, qualche motivo dovrà pure esserci. Questo motivo, anche oggi, Matteo Renzi non è riuscito a spiegarlo.

Nonostante la retorica, nonostante l'esaltazione di se stesso, nonostante l'irrisione di chi non è a lui sottomesso... Renzi continua a non farci sapere perché, secondo lui, a votarlo sono sempre in meno.


Intanto, la minoranza del partito oggi sarà a Roma per la manifestazione di Giuliano Pisapia (e Pier Luigi Bersani) in piazza Santi Apostoli, spesso usata in passato per chiamare a raccolta i sostenitori della sinistra ai tempi dell'Ulivo. E per avere un'idea di come le due aree siano "unite", queste alcune delle dichiarazioni rilasciate a Il Fatto da Gianni Cuperlo.

«Il Vinavil non incolla il marmo. E allora se a contrapporsi sono dei blocchi di granito il mastice non basta. "Mors tua, vita mea" è la negazione di una sinistra che si ricompone col suo popolo. La sola alternativa è partire da un`agenda di traguardi e valori partecipati. Su quella base si decidono le alleanze e il leader più capace di federare. |...|

Prodi e Veltroni sono il Pd. Ne hanno incarnato l`anima e se alzano la voce per dire che quel progetto rischia di snaturarsi, il minimo è prestare orecchio. A meno di ridurre tutto a tattica, un'alleanza è forte se racconta al Paese perché nasce e per fare cosa. E bisogna fare ogni sforzo perché questa chiarezza si faccia prima del voto e non a urne chiuse. |...|

Mi batto per una svolta radicale del Pd e la chiedo sui contenuti, sulla dignità del lavoro, sulla progressività del fisco, sul più grande piano di sicurezza del territorio mai pensato.»

Inutile aggiungere quanto siano distanti le due anime del PD.