L’elemento architettonico noto come obelisco fece la sua comparsa nell’Antico Egitto come simbolo celebrativo collegato al culto della divinità del sole Ra. Ricavato da un unico blocco di pietra e impreziosito con incisioni decorative, era tradizionalmente posto in coppia all’ingresso dei maggiori templi. Quando nella prima metà del I secolo a. C. i Romani occuparono l’Egitto, rimasero tanto affascinati dagli obelischi che decisero di trasferirne un gran numero a Roma per impiantarli sulle piazze della capitale. Il risultato è che oggi vi sono nella Città eterna ben dieci obelischi egizi, di cui uno in Vaticano. Tale “egizio-filia” avrebbe interessato anche i regnanti assoggettati all’Impero, come Erode, che fece erigere un obelisco a Cesarea in Palestina, e i successivi imperatori che proseguirono ad innalzarne nelle città elette a capitale, come Costantinopoli.

L’obelisco divenne parte integrante del gusto classico e a partire dal Settecento, e soprattutto dopo la spedizione napoleonica del 1798-1799, tornò ad essere di gran moda inserire componenti di architettura o arredamento che richiamassero l’Antico Egitto. Nel corso del secolo XIX e primo XX innumerevoli obelischi furono installati in palazzi sia pubblici che privati in Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Per quanto riguarda il nostro paese, un ulteriore impulso fu dato dall’avvento del fascismo. Per un verso la sua esaltazione dell’eredità imperiale romana e per un altro il gusto moderno dell’arte del Ventennio fecero sì che l’obelisco, con la sua possente linearità e il tradizionale ricorso a materiali millenari quali marmo e granito, divenisse un elemento ideale.

Da qui nacque la cosiddetta epopea dell’obelisco del Foro Italico. Si tratta di un monolite di marmo di Carrara alto 19 metri che nel 1932 venne trasportato con l’ausilio di 36 pariglie di buoi dalle cave delle Alpi Apuane fino alla costa, quindi imbarcato e trasportato su chiatte fino alla foce del Tevere e da lì verso Roma. Nelle scuole i balilla studiarono la storia di questo grande manufatto, su cui fu inciso il nome del Duce e che venne collocato all’ingresso del monumentale complesso sportivo nei pressi di ponte Milvio il 29 ottobre 1932.

Al giorno d’oggi gli obelischi rimangono un elemento assai apprezzato, anche per la varietà di marmi pregiati con cui sono prodotti, sia di grandi dimensioni per luoghi aperti, sia di misure più piccole come complemento di arredo per interni, dove fanno bella mostra in librerie, ingressi e diversi altri contesti di design. Per lo più frutto dell’assemblaggio di più pezzi, questo simbolo dell’antichità egizia, è divenuto uno dei più noti prodotti del gusto italiano a livello internazionale.

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