L'incontro del quarto di finale tra Italia e Olanda per il Mondiale di calcio femminile 2019 che si è disputato a Montpellier nel pomeriggio di sabato era stato definito, giustamente, come il più importante per il calcio femminile italiano, un movimento che ha dimostrato - grazie anche agli investimenti di alcuni dei principali club di Serie A - di avere tutte le caratteristiche e tutti i motivi per poter crescere.

L’altro ieri, quando le azzurre hanno battuto la Cina per 2-0 negli ottavi di finale, la partita trasmessa su Rai1 e Sky ha registrato infatti uno share del 35.67% con oltre 4 milioni e mezzo di italiani davanti alla tv.

Con questi numeri, non si può dire che il calcio femminile non si meriti di più, a cominciare dall'approdo nel professionismo.

Ed anche contro una delle nazionali più forti al mondo, come l'Olanda, l'Italia non ha sfigurato, tanto che nei primi 45 minuti sono state le azzurre ad avere le migliori occasioni per passare in vantaggio, fallite però dalla Bergamasco e dalla Giacinti.

Così alle semifinali approda l'Olanda, campione d'Europa in carica, che nel secondo tempo ha fatto valere la maggiore prestanza fisica, resistendo meglio al caldo e alla stanchezza - anche nervosa - accumulata per arrivare a questo punto nel torneo.

Nella ripresa, dopo l'uscita della Bartoli per un problema muscolare, l'olandese Martens ha potuto esprimere al meglio le proprie doti e le arancioni hanno così guadagnato metri, stabilendosi nella metà campo azzurra.

Ed al 70esimo arriva così il primo gol, messo a segno dalla Miedema e, dieci minuti dopo, il raddoppio della Van Der Gragt, dimenticata sul palo più lontano da Gama e compagne.

L'Olanda, mercoledì, sfiderà in semifinale la vincente di Germania-Svezia, mentre l'incontro di martedì a Lione dirà chi, tra Inghilterra e Usa, sarà la prima finalista.

Infine, non rimane che ringraziare, per quanto di buono hanno fatto in questi mondiali in Francia tutte le azzurre: Giuliani, Guagni, Gama, Linari, Bartoli, Galli, Giugliano, Cernoia, Bergamaschi, Giacinti, Bonansea.