Marcia indietro dell'esecutivo Meloni sulla direttiva del Parlamento Ue sulla trasformazione green delle abitazioni. Da un secco no a prescindere, siamo passati alla messa in opera di "tutte le iniziative necessarie affinché il testo finale della direttiva contenga delle previsioni che siano compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano, e che consentano una sua graduale riqualificazione contribuendo ad incrementarne il valore".

Questo è quanto detto oggi dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, rispondendo ad un'interrogazione alla Camera. Di seguito, il testo integrale:

L'elemento centrale della direttiva è l'introduzione di standard minimi di prestazione energetica per gli edifici, con la previsione di obblighi di riqualificazione per migliorarne la classe energetica.In data 25 ottobre 2022, il Consiglio dei ministri dell'energia dell'Unione europea ha definito un orientamento generale, recante l'indicazione di alcune modifiche al testo proposto dalla Commissione, che rappresenta il mandato al Consiglio, alla Presidenza di turno, per i successivi negoziati con il Parlamento europeo, secondo la procedura di codecisione. Il testo modificato dal Consiglio prevede che, entro il 2030, soltanto gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero, mentre, per gli edifici residenziali esistenti, detto obiettivo dovrà essere conseguito entro il 2050, con alcuni traguardi intermedi previsti entro il 2033 e al 2040. Non contiene alcun divieto o limitazione alla possibilità di vendere o affittare gli edifici non riqualificati; individua i singoli Stati membri e non i singoli proprietari come soggetti obbligati al conseguimento degli obiettivi di riqualificazione; prevede che ogni Stato membro definisca la propria strategia di riqualificazione del patrimonio immobiliare mediante l'adozione dei Piani nazionali di ristrutturazione edilizia, contenenti gli obiettivi nazionali e le indicazioni da questo previste; consente ai singoli Stati di esentare dall'applicazione degli standard minimi determinate tipologie di immobili dall'obbligo di riqualificazione.Successivamente a questo provvedimento ci sarà la votazione da parte dell'Assemblea del Parlamento, che dovrebbe essere prevista entro la metà del prossimo mese di marzo, e verranno avviati i triloghi, cioè i negoziati tra Presidenza di turno del Consiglio, Commissione e Parlamento, finalizzati a definire, sulla base delle diverse posizioni espresse, il testo finale. Tanto durante i lavori del Parlamento quanto successivamente durante i triloghi, il Governo porrà in essere tutte le iniziative necessarie, affinché il testo finale della direttiva contenga delle previsioni che siano compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano e che consentano una sua graduale riqualificazione, contribuendo in tal modo ad incrementarne il valore. L'onere finanziario, inoltre, per gli interventi richiesti dalla proposta potrà – e, secondo noi, dovrà - essere mitigato da un quadro di incentivi, che potrà essere predisposto dagli Stati membri con il sostegno dell'Unione europea, per dare una risposta adeguata ai cittadini in questa direzione.