Nel cuore di Cristo aperto con la lancia, da cui sono usciti i “fiumi d’acqua viva”, Dio ha voluto mostrare agli uomini che si era liberamente «spinto fino all’estremo, per sopportare l’incommensurabile sofferenza del mondo»[1]. Effettivamente, «per mezzo dell’acqua e del sangue, sgorgati dal cuore»[2] squarciato del Figlio di Dio, tutti i battezzati sono stati «purificati dalle lordure e dalle impurità che si sono accumulate nel mondo»[3], perciò «nell’Eucaristia possono continuamente placare la sete»[4] dell’anima. Potremo dire che il cuore trafitto di Cristo è il messaggio dell’amore sacrificale del Figlio, che ha dato se stesso per noi (cf. Gal 2,20); dello Spirito-Amore che arde nei cuori degli uomini e sussurra gemiti d’amore (cf. Rm 8,26-27). Nel cuore di Gesù divino-umano trafitto «vediamo la sede della misericordia, come sorgente di ogni grazia, benedizione e vita spirituale»[5].

In questa “sede della misericordia” nasce “il dono permanente dello Spirito vivificante”, il quale entra in azione dopo la gloriosa resurrezione di Cristo. Pertanto, come abbiamo cercato di dimostrare precedentemente, il cuore assume il significato fondamentale dello scenario di trafittura del fianco di Cristo, da cui “i fiumi d’acqua viva” non cesseranno di fluire, per santificare e nutrire tutte le membra della Chiesa[6]. 

Secondo il pensiero di Sopoćko, il libro dell’Apocalisse di san Giovanni parla già esplicitamente del “fiume d’acqua viva e limpida”, che scaturì dal trono dell’Altissimo. Notiamo che mentre il Nostro riflette sulla “sede della misericordia di Dio”, pensa proprio nella prospettiva del continuo «fluire dal fianco dell’Agnello» (Ap 22,2), e cioè del cuore di Gesù divino-umano “ferito ed eternamente aperto”. Vale la pena sottolineare che questo fiume, “continuando a fluire nella Chiesa”, è come “la sintesi delle acque paradisiache” (Gn 2,10), come le acque messianiche e «fonte di vita» (Ez 47,1-12). Infatti, il “fiume d’acqua viva” è «il dono dello Spirito Santo» (Gv 7,37-39). Tanto è vero che la simbologia giovannea dell’acqua indica “il battesimo”, il dono della misericordia offerto da Dio Padre, mediante l’Agnello immolato crocefisso, nell’unità dello Spirito[7]. Costatiamo che il dono dello Spirito viene chiamato dal teologo polacco “il fuoco dell’amore”, perciò in una meditazione profonda sulla passione di Cristo leggiamo: 

 «Hai preso su di te, o Signore, un peso terribile, i peccati di tutto il mondo e di tutti i tempi (...). Per questo le tue forze stanno venendo meno. Non puoi più portarlo avanti e cadi per terra sotto questo peso. Agnello di Dio che per la tua misericordia togli i peccati del mondo, attraverso il peso della tua croce, toglimi il grande peso dei miei peccati e accendi il fuoco del tuo amore, affinché la sua fiamma non si spenga mai in me»[8]. 

 Dal testo citato si desume che il vero motivo della “croce pesante” di Gesù è la misericordia di Dio, in cui l’Agnello immolato toglie tutti i peccati del mondo. Infatti, Gesù, morendo sulla croce, ha aperto una volta per sempre il passaggio al “dono prezioso del fuoco dell’amore”, e cioè il dono dello Spirito Santo. Esso, «apertamente elargito a partire dall’evento della Croce, è la suprema rivelazione della misericordia, che si effonde penetrando nei cuori dei credenti»[9]. Possiamo dire che di fatto, «nella croce, la finitudine della creatura incontra e accetta, nel tempo, l’infinito abisso dell’amore che è Dio. Lui, a sua volta, incontra e accetta nell’eternità la finitudine che è la creatura»[10]. Per questo, il dono “del fuoco dell’amore di Dio” in un certo senso “sintonizza” e “armonizza” il cuore della creatura con il cuore spalancato del Crocifisso, rendendo possibile l’inter-comunione dell’amore misericordioso tra il Creatore e le creature. 

Nel cuore di Gesù divino-umano, Sopoćko contempla la perfezione della carità ardente che diventa una sorgente inesauribile della vita spirituale. Questa sorgente crea un’unica e meravigliosa connaturalità e l’unione tra l’anima dell’uomo e Dio. In forza della carità ardente, che è la vera sorgente di vita spirituale, lo Spirito della sapienza aiuta gli uomini ad aderire al Padre in una contemplazione amorosa e in un amore misericordioso contemplante. Cosicché, in tutta la vita terrena di Gesù, si realizza quell’ordine sapienziale che è l’ideale più alto della perfezione, come egli stesso ha insegnato agli uomini. Per questo, Gesù diventa il modello di tale perfezione prima ancora di esserne il maestro[11]. 

Gesù, offrendo la propria vita per il mondo intero “sull’altare della croce”, ha rivelato agli uomini “il gesto estremo dell’amore perfetto”, racchiuso nell’immagine più celebre della misericordia, e cioè nel cuore divino-umano. «Il cuore di Gesù, crocifisso e risorto, è la fonte eternamente aperta di inesauribile grazia»[12], fonte di vita spirituale «da cui ogni uomo può attingere sempre: amore, sapienza spirituale, verità, speranza e soprattutto misericordia»[13]. 

sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Lydek



[1] W. Kasper, Misericordia, p. 178.
[2] Ibidem.
[3] Ibidem.
[4] Ibidem, p. 179.
[5] C. Ghidelli, L’icona del Sacro Cuore, Sociale, Monza 2000, pp. 10-11.
[6] Cf. ibidem, p.13.
[7] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. II, p. 229.
[8] M. Sopoćko, Droga Miłości i Miłosierdzia. Rozważania drogi krzyżowej ze Sł. Bożym, p. 9.
[9] G. M. Zanghí, Dio che è Amore-Trinità e vita in Cristo, Città Nuova, Roma 2004, p. 114.
[10] Ibidem.
[11] Cf. Dz., q. III, pp. 206-207.
[12] C. Ghidelli, L’icona del Sacro Cuore, p. 16.
[13] Ibidem.