La ministra della giustizia Ayelet Shaked ed il ministro dell’istruzione Naftali Bennet, leader del partito dei nazionalisti religiosi "Casa Ebraica", avevano minacciato anch'essi, dopo l'addio di Lieberman, di abbandonare la maggioranza del governo Netanyahu, rendendo di fatto il ricorso alle urne inevitabile, visto che il governo israeliano si regge in piedi grazie ad un solo voto di scarto.
Bennet aspirava al ministero della Difesa, in precedenza retto da Lieberman, minacciando di ritirare il proprio sostegno al Governo se non gli fosse stato concesso. Netanyahu lo terrà per sé.
Domenica, il premier israeliano in un discorso in tv ha confermato che sarà lui ad occuparsi della Difesa, invitando gli alleati a non abbandonarlo per non mandare Israele ad elezioni anticipate, in quella che da lui è stata definita una mossa "irresponsabile", a causa del fatto che lo Stato ebraico "vive uno dei periodi più complessi in termini di sicurezza".
Casa Ebraica aveva replicato alle parole di Netanyahu, accusando il Governo di essere stato debole contro Hamas e che le sue parole non avevano sortito alcun effetto. Poi, però, la svolta... anzi una una vera e propria inversione di marcia, di cui nessuno è riuscito a capire la logica con Bennet che ha dichiarato che continuerà ad assicurare il proprio sosteno all'attuale premier.
In ogni caso, sono in pochi a scommettere che l'attuale Governo di Tel Aviv, in queste condizioni, possa durare ancora un anno, data naturale di scadenza della legislatura.