Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è espresso in occasione della ricorrenza della "Giornata Mondiale dei Diritti Umani":

«Con l'adozione della Dichiarazione Universale dei diritti umani, il 10 dicembre del 1948, la Comunità internazionale si è dotata di uno strumento di portata globale per tutelare i diritti e le libertà fondamentali di ciascuno, ponendo l'intangibile dignità della persona al di sopra di ogni forma di discriminazione e di ogni ordinamento.Il raggiungimento di tale traguardo, a pochi anni dalla conclusione del più violento e sanguinoso conflitto della storia, offre spunti di riflessione sul necessario impegno odierno per la effettiva vigenza della Dichiarazione.Il tema della Giornata dei diritti umani 2020 "Per una migliore ripresa - Difendiamo i diritti umani" molto opportunamente pone l'accento sulle immense sfide che la pandemia ci pone di fronte.Mentre interi popoli subiscono persecuzioni per ragioni politiche, etniche, o religiose, l'emergenza sanitaria genera in tutte le società ulteriori rischi di discriminazione e forme di emarginazione, che lacerano il tessuto sociale e contraddicono valori fondamentali.La tutela dei diritti della persona deve essere al centro della risposta globale alla pandemia, per evitare che essa renda meno penetrante la loro applicazione, e far sì che gli sforzi di ripresa siano sorretti da solidi criteri di eguaglianza ed equità.Senza il rispetto di tali essenziali principi la Comunità internazionale non sarà in grado di superare con successo questo momento complesso e di garantire a tutti un futuro di pace e sviluppo».

Nel ricordare tale ricorrenza, naturalmente, non poteva mancare l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, con Michelle Bachelet che ha dichiarato che la chiave per la costruzione di un mondo migliore, inevitabilmente, non può non può essere diversa dal riconoscimento e dal rispetto dei diritti umani. 

E anche nel testo della Bachelet il tema Covid la fa da padrone... anche in questo caso non poteva non essere così.

Il problema, però è che gli uiguri, i tibetani, i rohingya ... gli ucraini, i curdi, i palestinesi... sono popoli che sistematicamente - di anno in anno - continuano ad essere perseguitati senza che i "buoni", ovvero la comunità internazionale che invita al rispetto dei diritti umani, facciano niente per cambiare questo stato di cose. 

Non solo. Nella stessa Europa unita, dove le costituzioni di molti Paesi sono state riscritte dopo la fine della seconda guerra mondiale tenendo conto della dichiarazione dei diritti umani, vi sono Paesi come l'Ungheria o la Polonia dove i diritti umani vengono calpestati e, nonostante ciò, i politici di altri Paesi, come accade in Italia, indicano le politiche di Ungheria e Polonia come esempi di buon governo che anche altre nazioni dovrebbero seguire.

Pertanto, dopo questa banalissima considerazione, ci si accorge ancora una volta che più che di celebrazione di una ricorrenza, anche quella dei diritti umani, finisce per essere la celebrazione dell'ipocrisia che da sempre caratterizza la politica.