Daesh, noto anche come Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIS), resta una minaccia nonostante la perdita del suo califfato territoriale. Nato come una filiale di Al-Qaeda in Iraq nei primi anni 2000, il gruppo ha proclamato un califfato nel 2014 sotto la guida di Abu Bakr al-Baghdadi, ucciso in un raid statunitense nel 2019.
Con un'ideologia estremista sunnita, Daesh ha giustificato violenze contro sciiti, cristiani, yazidi (curdi di un’antica religione) e altre minoranze, ricorrendo al terrorismo, alla propaganda e alla distruzione del patrimonio culturale come strumenti di guerra. Il genocidio degli yazidi nella regione del Sinjar e gli attacchi terroristici a livello globale sono solo alcune delle sue atrocità. Nonostante le sconfitte subite tra il 2017 e il 2019, il gruppo resta attivo con cellule sparse in diverse aree del mondo.
La presenza di Daesh nel mondo
Siria
In Siria, ex membri di Daesh si sono uniti a gruppi come l'Esercito Nazionale Siriano e Hayat Tahrir al-Sham (ex Fronte Al-Nusra-Al Qaeda), sostenuti dalla Turchia. Il presidente turco Erdogan si oppone fermamente a qualsiasi autonomia curda, portando a un conflitto aperto tra le forze filo-turche e le forze curde, che subiscono attacchi con armi pesanti e droni. Nel centro e nell'est della Siria, vicino al confine con l'Iraq, persistono cellule di Daesh che continuano a compiere attacchi. Ilham Ahmed, rappresentante dell'Autogoverno curdo del Rojava, ha dichiarato in un'intervista del 2 febbraio 2025 che Daesh ha intensificato le sue operazioni contro le forze curde e americane presenti nella regione.
Iraq
In Iraq, Daesh ha le sue radici storiche. Sebbene sia stato sconfitto, cellule attive operano ancora nelle province di Anbar, Salahaddin, Kirkuk e Diala. Si stima che siano attivi tra i 300 e i 500 combattenti, ma le cellule dormienti potrebbero essere molte di più. L'intelligence curda e irachena lavora incessantemente per contrastare la loro riorganizzazione, che avviene anche grazie a finanziamenti esterni. Un rapporto del United States Central Command (CENTCOM) del luglio 2024 conferma la ripresa delle attività di Daesh, con 196 attacchi, 44 terroristi uccisi e 166 catturati nella prima metà dell'anno. Nel frattempo, circa 9.000 membri di Daesh provenienti da oltre 50 paesi sono detenuti nelle carceri curde di Hasaka, nel Rojava.
Libia
Dopo il 2014, Daesh ha fondato tre gruppi in Libia: Barqa nell'est, Fezzan nel sud e Tripoli nell'ovest. Nonostante la perdita di terreno, il gruppo mira a riorganizzarsi per instaurare un califfato islamico, sfruttando l'instabilità del paese.
Afghanistan
In Afghanistan, Daesh opera nella provincia di Khorasan dal 2015. Il gruppo ha intensificato le sue operazioni dopo il ritiro delle forze NATO, opponendosi perfino ai Talebani, considerati troppo moderati. I suoi principali bastioni si trovano nella provincia di Nangarhar, Kabul e nelle zone di confine con il Pakistan.
Nigeria
Qui Daesh opera attraverso Boko Haram, rinominatosi "Daesh della Provincia Occidentale dell'Africa" nel 2015. Il gruppo ha seminato il terrore nel nord-est della Nigeria, nel bacino del Lago Ciad e ai confini con Niger e Camerun. Specializzato in attacchi a villaggi e rapimenti di studenti, ha causato la morte di circa 40.000 persone e lo sfollamento di oltre 2 milioni di civili. Nonostante gli sforzi delle forze di sicurezza, il gruppo resta un pericolo concreto.
Somalia
Daesh ha una presenza significativa anche in Somalia, dove i suoi militanti si nascondono in aree remote. Di recente, il presidente statunitense Donald Trump ha ordinato bombardamenti mirati per eliminare i combattenti nascosti nelle montagne. Tuttavia, il rischio rappresentato da Daesh in Somalia resta elevato.
Daesh non è un ricordo del passato. Nonostante la perdita del suo califfato territoriale, la sua ideologia continua a diffondersi tra gruppi affiliati in Africa e Asia. Con cellule dormienti pronte ad attivarsi e una rete finanziaria ancora operativa, la minaccia di Daesh rimane reale e globale. Il mondo non può permettersi di abbassare la guardia.