Alan Kazdin è Professore di Psicologia e Psichiatria infantile alla Yale University e direttore dello Yale Parenting Center; è inoltre ex presidente della American Psychological Association e oggi tiene un corso aperto al pubblico su Coursera: “Everyday Parenting: The ABCs of Child Rearing”.

Dall’angolo di visuale della psichiatria infantile, si è posto un problema: come sostenere i figli davanti alle piccole o grandi delusioni della vita?

Come adulti, i bambini a volte falliscono. E quando lo fanno, i genitori troppo spesso non reagiscono. Immaginano che il fallimento sia una parte della vita, che insegni una lezione importante.

Ma potrebbe non essere così. La psicologia infantile ha oggi una migliore comprensione di quali metodi educativi dei genitori, veramente, aiutino i bambini a imparare dai loro piccoli fallimenti.

Quando un bambino sbaglia, si possono offrire due soluzioni. La prima è il conforto dei genitori (questo può sembrare un po’ ovvio e, giustamente, la maggior parte dei genitori si ferma qui).

Ma la seconda soluzione è meno ovvia: insegnare ai bambini la tenacia che costruisce la loro capacità di gioire in futuro.

La tenacia è ciò che guida le azioni come persistenza nel concludere un compito, resistere alla frustrazione, impegnarsi nel tempo e trovare approcci creativi a un problema difficile.

Ora, la capacità di procedere per continui tentativi ed errori, sin da piccoli, secondo la ricerca psichiatrica, garantisce una maggiore probabilità di successo nella scuola, nella carriera e nelle relazioni personali.

Il modello dei genitori è essenziale per insegnare la sensibilità, la tenacia, l’onestà e l’altruismo. I genitori che lottano notevolmente con qualcosa potrebbero, certamente, offrire un esempio “eroico” per un figlio, che poi dedica uno sforzo speciale a un compito. Ma il metodo proposto è più prosaico e, ciò nonostante, molto efficace.

Occorre lodare subito il bambino, non solo dopo attività speciali come lotta, maratona o altre iniziative in cui il bambino sacrifica il suo tempo di gioco, un pasto o la socializzazione con gli amici. Occorre, soprattutto, farlo dopo i più piccoli segnali di sforzo in attività normali.

Per esempio, gratificarlo con un complimento se lavora su un puzzle, se prova qualche sfida con un gioco o un giocattolo, se fa un lavoretto che richiede tempo e fatica.

Non solo, l'attività da lodare potrebbe, e dovrebbe, anche essere divertente, cioè un’attività a metà tra gioco e impegno, svolta in un tempo privo di rimproveri o correzioni severe. Il bambino dovrebbero, in altre parole, divertirsi, pur imparando, allo stesso tempo, tenacia e capacità di intravedere un futuro migliore.