Tanto per ricordare a chi non voglia capire o faccia finta di non capire le qualità etiche del governo e della maggioranza parlamentare che lo supporta, è utile riproporre i fatti puri e semplici, legati alla vicenda voucher. E per farlo è sufficiente richiamarsi a quanto riportato nell'appello, con annessa raccolta di firme, che la Cgil ha lanciato al capo dello Stato per denunciare quanto è avvenuto.


Lo scorso 21 aprile il Parlamento ha convertito in legge il Decreto con il quale sono stati cancellati i voucher, rendendo cosi non necessario il referendum proposto dalla CGIL a favore della loro abrogazione.

In quella occasione, l’attuale Presidente del Consiglio motivò la decisione del Governo di accogliere totalmente il quesito proposto con la necessità di non dividere il Paese. Ancor prima di proporre il referendum per l’abrogazione dei voucher, la CGIL ha presentato una proposta per normare diversamente il lavoro occasionale in ambito domestico (articoli 80 e 81 della Carta dei diritti universali del lavoro).

Il Governo, nella persona del Ministro del Lavoro, si impegnò ad un confronto con le parti sociali per discutere una nuova normativa sul lavoro occasionale in ambito domestico: tale confronto non c’è mai stato, pur a fronte di sollecitazioni esplicite anche da parte di CISL, UIL e di alcuni gruppi parlamentari. Meno di un mese dopo, a metà maggio, con l’occasione dell’esame alla Camera dei Deputati del Decreto di correzione della manovra economica, i “tecnici” di Palazzo Chigi fanno circolare una velina contenente le linee per la reintroduzione - sotto altro nome - dei voucher appena cancellati.

Alcuni solerti Deputati, che un mese prima avevano pubblicamente sostenuto la necessità di cancellare i voucher, trasformano la velina di Palazzo Chigi in emendamenti per la reintroduzione degli stessi voucher, sotto le mentite spoglie di un “Libretto di Famiglia” per il lavoro occasionale in ambito domestico e del “Contratto PrestO” (che contratto proprio non è, e comunque gli hanno cambiato nome per dimostrare di aver raccolto suggerimenti e osservazioni) per ridare i voucher alle imprese fino a 5 dipendenti.

Dopo un desolante siparietto tra Governo ed esponenti della maggioranza parlamentare (“faremo ciò che il Governo deciderà”, “il Governo non fa nessuna proposta: questa è un’iniziativa del Parlamento”), arrivano ad un testo con l’imprimatur del Governo che sabato 27 maggio (36 giorni dopo) viene approvato in Commissione Bilancio della Camera e portato in Aula per l’approvazione il successivo lunedì.

Il testo con i nuovi voucher è passato alla Camera con la fiducia, senza il voto di Mdp e Udc. L'ok definitivo avverrà dopo il passaggio del testo all'esame del Senato.

Una manifestazione nazionale di protesta è stata indetta dalla Cgil il 17 giugno a Roma con due cortei che partiranno da piazza della Repubblica e da piazzale Ostiense per convergere po in piazza San Giovanni dove, a mezzogiorno, è previsto l’intervento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

Di fronte a quello che, è evidente a chiunque, si può tranquillamente definire come "furto" di democrazia non c'è stata alcuna dichiarazione, neanche di sfuggita, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definito da più parti galantuomo.

Finora il galantuomo, nonostante sia un tecnico con esperienza parlamentare ed ex membro della Corte Costituzionale, ha firmato una legge elettorale incostituzionale e non ha proferito verbo sulle follie del nuovo testo della Costituzione, fortunatamente bocciato al referendum. Siamo passati da un presidente come Napolitano che credeva di guidare una repubblica presidenziale ad un presidente come Mattarella che ha deciso di fare concorrenza a Ponzio Pilato, facendo finta di non vedere e di non sentire quello che gli accade intorno, per evitare così di potersi esprimere a riguardo.

Un modo del tutto curioso di interpretare l'incarico di arbitro che il ruolo di presidente della Repubblica gli ha assegnato. In genere, quando un arbitro vede che le regole del gioco vengono violate, si fa sentire e ammonisce chi non le segue. In questo caso, il Partito Democratico e il governo da questo appoggiato continuano a violare qualsiasi regola senza che Mattarella intervenga. Ed è per questo che uno può esser definito galantuomo?

Inutile fare appello all'informazione che, oramai, è venuta meno al proprio compito da tempo immemore. La truffa dei voucher è diventata l'ulteriore ed ennesima dimostrazione dello stato perenne di furbizie e truffe perpetrate dall'attuale governo e dalla sua maggioranza in nome di una democrazia dichiarata sulla carta ma del tutto disattesa nella realtà.