Per la seconda volta in pochi giorni Matteo Renzi utilizza il Parlamento come se fosse "roba sua" per supportare la propria strategia per le politiche, prima per fargli votare una legge elettorale che possa garantirgli la non vittoria del Movimento 5 Stelle, poi per far scaricare su Ignazio Visco (che comunque qualche colpa ce l'ha) il fallimento di alcune banche italiane, e soprattutto quello di MPS e Banca Etruria.

Uno "strappo istituzionale" mal digerito da Mattarella che, per quanto riguarda la vicenda Bankitalia, ha chiamato a rapporto Gentiloni, il cui Governo, per la seconda volta si è adeguato ai desiderata del padrone.

Questa strategia poteva servire a ricompattare il centrosinistra? Anche se non è da sapere ciò che ne pensa e che cosa farà il Campo Progressista di Pisapia che, pur di poter affermare che si vuole alleare con Renzi è disposto a negare persino che la terra sia rotonda o che giri intorno al sole, la sinistra radicale presente in Parlamento ha invece le idee più chiare.

In questo modo Bersani risponde alle ultime "trovate" di Renzi: «Qui siamo veramente a un paradosso: un Parlamento a cui non viene lasciato fare quello che dovrebbe, per esempio la legge elettorale, e a cui si impone, invece, di fare quel che non dovrebbe.

Il Parlamento potrebbe in qualsiasi momento correggere le procedure di nomina del governatore, ma in assenza di questo, le prerogative sono del Governo, del Consiglio superiore di Banca d’Italia, e sono in particolare del Presidente della Repubblica.

Un gesto come quello di ieri significa effettivamente, come qualcuno ha detto, compiere un gesto tecnicamente eversivo. Che conseguenze potrà avere? Sicuramente accenderà il clima nella commissione sulle banche.»

Ma in fondo Renzi continua a fare il suo mestiere, ciò che ormai abbiamo imparato ad apprezzare da alcuni anni: quello del bugiardo. Così da una parte dice di non essersi interessato alla questione Bankitalia, mentre dall'altra scarica le responsabilità politiche sulla vicenda banche esclusivamente sugli organismi tecnici, confermando la sua "concezione proprietaria" delle istituzioni, addirittura persino ben oltre i confini che in tal senso era riuscito a tracciare Silvio Berlusconi.

E che cosa ha da dire in proposito il diretto interessato Matteo Renzi? Ce lo racconta l'organo del partito, riprendendo un'intervista del capo rilasciata, nientepopodimenoche, a Giancarlo Loquenzi, conduttore di Zapping su Radio 1: «Dire che il Pd è contro Visco è sbagliato. Noi vogliamo dire, e continueremo a dire, che in Italia in questo periodo nel settore bancario è successo qualcosa di enorme e c’è necessità di un’analisi vera.

La mozione del Pd serve a dire: apriamo una pagina nuova per il futuro del sistema bancario, chi ha sbagliato paghi, se ci sono delle cose da cambiare si cambino. E poi il nome e la procedura di nomina del governatore non dipendono dal Pd ma dalle autorità preposte e noi le rispetteremo.

Non c’è nessuno scontro tra il Pd e il Governo. Il Governo ha chiesto di cambiare e il Pd ha cambiato. In Italia qualcosa sulle banche è successo. Noi non abbiamo nulla da nascondere. È toccato a noi intervenire per rimediare ai disastri [causati da altri e] ciascuno si assumerà la sua responsabilità, ma non è accettabile questa narrazione.»

Quindi... tutto a posto... anche nel riassumere i fatti dove si dice che è il Governo che ha chiesto di cambiare, quando la mozione l'ha presentata il gruppo parlamentare del PD ed il governo vi si è adeguato!

Non preoccupiamoci, Renzi è in perfetta salute: continua a mentire spudoratamente!