Su Facebook, il premier Giuseppe Conte ci informa, con non ingiustificato orgoglio, che l'Italia è stata eletta al Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu per il triennio 2019–2021.

Una candidatura, quella italiana, presentata agli inizi di settembre e riassunta in questo documento di impegni dove il nostro Paese elenca, tra i temi prioritari, la lotta contro ogni forma di discriminazione, i diritti delle donne e dei bambini, la moratoria universale della pena di morte, la libertà di religione o credo e la protezione delle minoranze religiose, la lotta contro la tratta di esseri umani, i diritti delle persone con disabilità, la protezione del patrimonio culturale e religioso.


«Qualche settimana fa, parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - ha dichiarato Conte - avevo sostenuto con forza e convinzione la nostra candidatura, consapevole che il rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo è uno dei pilastri sui quali si fonda la Repubblica Italiana e rappresenta il nostro faro.

Da sempre, ma soprattutto oggi che siamo chiamati ad affrontare le sfide che derivano dalle gravi e prolungate crisi nell'area mediterranea, inclusi i flussi migratori. [...]

Per questo, nel settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, avevamo avanzato la nostra candidatura.

L'Italia è un Paese che ha nel suo DNA la promozione del dialogo. E oggi l'Assemblea Generale dell'Onu ha riconosciuto il nostro ruolo nel Mediterraneo e nel Mondo, il nostro essere sempre in prima fila quando si tratta di tutelare e salvaguardare i diritti umani.»

Tra le "promesse" fatte dall'Italia all'Onu, in relazione a questa candidatura, il nostro Paese dichiara di essere attivamente impegnato nella lotta contro la tratta di esseri umani, anche con orgoglio di essere in prima linea nel salvare migliaia di vite nel Mar Mediterraneo, sostenendo con forza le attività di UNHCR e OIM.

Solo sulla base di questa affermazione viene da credere che o alle Nazioni Unite siano poco o male informati o che negli altri Paesi che si erano candidati a far parte del Consiglio dei Diritti Umani accada di peggio rispetto a quanto accade in Italia.

L'attuale Governo del cambiamento, soprattutto grazie all'attivismo in tal senso della Lega, si è adoperato ad ostacolare l'attività delle Ong nel Mediterraneo per impedir loro le attività di ricerca e soccorso dei migranti in difficoltà, affidate invece alla discrezionalità della Guardia Costiera libica che a sua volta si impegna a riportare le persone "salvate" nei propri centri di detenzione, paragonabili a veri e propri lager.

Costantemente, il ministro dell'Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini, promuove una campagna sui social contro migranti e immigrati, descrivendoli come responsabili del malessere del nostro Paese, con un terzo degli italiani che dice di credere alle sue esternazioni.

Gli amministratori del suo partito, a loro volta, si adoperano, a livello locale, per non essere da meno al loro "capo", o "capitano" che dir si voglia, come dimostrato dall'ultima vicenda legata alla sindaca leghista di Lodi.

A dispetto di tutto questo, l'Italia è stata eletta al Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu per il triennio 2019–2021.