«L’incontro, riservatissimo, è avvenuto una decina di giorni fa [primi giorni di giugno, ndr] a Milano. Per la prima volta M5S e Lega Nord si sono incontrati ai massimi livelli. Da una parte Davide Casaleggio, dall’altra Matteo Salvini. Erano i giorni di quella che sembrava ormai la dirittura d’arrivo della legge elettorale. Un proporzionale che, nell’ottica del segretario federale del Carroccio, faceva prevedere lo scenario di una alleanza post-voto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Che Salvini non si fidi del Cavaliere, del resto, è cosa nota, così come il suo timore delle larghe intese Pd-Forza Italia, "il grande inciucio" nel lessico leghista. Da qui la richiesta fatta recapitare al capo della “Casaleggio associati”: un faccia a faccia, per aprire una interlocuzione.»

Questo è quanto ha pubblicato Repubblica, in prima pagina, il 15 giugno. Una notizia Bomba? Per il quotidiano di De Benedetti e per il direttore Calabresi lo era. Ed in fondo c'è una logica... un Movimento che ha fatto dell'indipendenza e dell'unicità dalle altre forze politiche il proprio marchio di fabbrica, adesso si mette a fare accordi sottobanco con le altre forze politiche? Ed in particolare con la Lega?

Questo aspetto, probabilmente, deve aver mandato fuori dai gangheri il protagonista di tale incontro lato 5 Stelle, Davide Casaleggio, che ha prontamente replicato minacciando ricorsi a tribunali e gran giurì.


Questo è quanto ha dichiarato nel video: «Il direttore Calabresi non ha accettato la mia smentita e mi ha accusato di aver dichiarato il falso, dandomi pubblicamente del bugiardo. Io ho una parola sola e la ribadisco. Non ho mai parlato con Matteo Salvini. Ed è intollerabile che la mia onorabilità venga messa in discussione in prima pagina su un quotidiano nazionale senza portare uno straccio di prova. Io non voglio sapere le fonti di Repubblica e nessuno glielo ha chiesto. Io voglio che Repubblica pubblichi tutti i dettagli su questo fantomatico incontro, visto che Calabresi afferma di avere delle "ottime fonti".

Finora hanno scritto che "l'incontro si è svolto a Milano una decina di giorni fa prima che la trattativa sulla legge elettorale fallisse". E' un po' pochino. Ci dica invece quando è stato fatto l'incontro e dove si è svolto: due "ottime fonti" dovrebbero saperlo.

Venga pubblicato il luogo preciso, il giorno preciso e l'ora precisa. Io pubblicherò la mia agenda personale e dimostrerò a tutti dove mi trovavo e cosa facevo quel giorno, se necessario con l'ausilio di testimoni. Se sarà dimostrato, e sarà dimostrato, che io il giorno indicato ho fatto altro, allora credo che coerentemente il direttore Calabresi dovrà immediatamente dimettersi.

Se il direttore Calabresi invece lancia il sasso ma nasconde la mano, e si rifiuta di pubblicare la data precisa dell'incontro allora prenderemo atto del fatto che si sono inventati tutto di sana pianta e procederò alle vie legali, tramite la richiesta di costituzione di un Giurì d'onore o con una querela, per tutelare la mia onorabilità.»

Alle lamentele di Casaleggio si sono aggiunte anche quelle di Luigi Di Maio, riassunte nel post su facebook sotto riportato:

Da parte sua, Calabresi ha confermato quanto pubblicato invitando alle querele e accusando i 5 Stelle di scarsa coerenza. Come? - ha detto il direttore di Repubblica - Quando era De Bortoli ad accusare la Boschi, quello che lui ha scritto era un esempio di giornalismo! Adesso, che ad essere citati sono i 5 Stelle, questo è sciacallaggio? E dove sarebbe la coerenza?

Il paragone di Calabresi riguarda vicende diverse, ma è comunque plausibile. Adesso, dato che lui non smentisce quanto pubblicato, non resta che attendere i passi "ufficiali" del Movimento e di Casaleggio nei suoi confronti. Quelli della Boschi, nonostante le sue numerose e ripetute minacce, non sono pervenuti!

Da parte di Matteo Salvini, l'altro protagonista, nessun accenno alla vicenda e nessuno, da Repubblica ai 5 Stelle, che l'abbia chiamato in causa. Curioso!

In ogni caso, incontro o no, che i 5 Stelle si stiano appiattendo sulle posizioni della Lega, o più in generale su posizioni di destra, è più che evidente. Alle dichiarazioni di Virginia Raggi sul pugno duro nei confronti dei campi Rom nella capitale, si è aggiunta la sua lettera al prefetto perché non destinasse più profughi a Roma e, per ultimo, i 5 Stelle si asterranno dal votare la legge a favore dello Ius Soli in Senato.

I 5 Stelle sono prigionieri, nel bene e nel male, di Beppe Grillo e queste scelte o sterzate verso posizioni che, probabilmente, la maggior parte di iscritti e simpatizzanti vede come fumo negli occhi sono dovute alla strategia da lui decisa nel recuperare a destra i voti necessari per acquistare quanti più sindaci possibile nei prossimi ballottaggi del 25 giugno. Naturalmente, sempre in nome dell'uno uguale uno e della rete che decide!