«Sono stato eletto in un collegio. Ho il dovere, non solo il diritto, di illustrare le mie scelte agli elettori. Rispetto chi nel PD vuole andare a governare con #M5S, ma credo sarebbe un grave errore.»


Quando uno come Renzi scrive parole simili per giustificare la comparsata tv da Fabio Fazio, studiata a tavolino fin nei minimi particolari, vuol dire che non ha il minimo rispetto dei suoi elettori. Pretendere di far credere che sia andato in tv per esprimere la sua opinione di senatore e non quella di segretario in pectore è un insulto alla loro intelligenza.

Renzi non pretenda di credere che tutti gli italiani non si siano accorti di quanto accaduto realmente domenica scorsa!

Ma il profeta dell'eristica non demorde e vuole convincere gli elettori Pd che quanto da lui fatto sia stato non solo normale e logico, ma anche dovuto. Così aggiunge su facebook - inondato da bravo ed evviva senza soluzione di continuità - la seguente giustificazione:

«Sono stato letteralmente inondato di messaggi, dopo la trasmissione di Fazio di ieri sera. Grazie ai tantissimi che mi hanno scritto.

Ieri ho spiegato perché non sono d’accordo a votare un Governo Di Maio o un Governo Salvini. Tocca a loro governare, se ne sono capaci. L’ho spiegato senza rancore, senza ripicche, senza polemiche: guardate il video che abbiamo caricato qui su Facebook stamattina per verificarlo coi vostri occhi.

Qualcuno dei miei compagni di partito vorrebbe invece fare un Governo con il Movimento Cinque Stelle. Hanno una opinione legittima. Li rispetto. Ma non sono d’accordo con loro. L’ho detto. Era mio dovere farlo anche per rispetto a chi ci ha votato.

Chi è stato eletto ha un obbligo di trasparenza verso i propri elettori. Rispetto per tutti, censura per nessuno: davvero tutti possono andare in TV tranne uno? Non scherziamo, amici.

Continuerò ad ascoltare tutti e a dire la mia ovunque: in direzione, in assemblea, in Parlamento, sui social, in TV. Ma qui il problema non è metodologico ma di merito. Io penso che votare un Governo Di Maio sarebbe tradire il mandato dei nostri elettori. E non mi stancherò mai di dirlo.»

Se le parole del sofista de noantri devono essere prese alla lettera, mi aspetto che Fabio Fazio inviti tutti i parlamentari del Pd nella sua trasmissione in modo che abbiano il diritto di spiegare ai loro elettori se siano o meno d'accordo per dialogare oppure no con i 5 Stelle.

Ma, evidentemente, all'interno del Pd non tutti sono rimasti convinti dalla apparente normalità che Renzi vuole attribuire alla sua intervista. Così alle parole del segretario reggente Martina, si aggiungono quelle di Michele Emiliano che, tra l'altro, afferma che «nell'impropria intervista televisiva di ieri abbiamo avuto la rivendicazione cocciuta e infantile di un programma di governo e di una coalizione verdiniana, sconfitti ripetutamente dal referendum del 4 dicembre e dalle elezioni del 4 di marzo.»


Ed il fervore entusiastico dell'orgoglio renziano è raffreddato anche dalle parole di Andrea Orlando...


Come anche da quelle di Dario Franceschini...


Morale. Quelli che accusano Bersani e gli altri di esser scappati dal Pd e di fuggire al confronto devono iniziare a rendersi conto che il Pd è diventato il partito di Renzi dal momento in cui è stato eletto segretario per la prima volta. Renzi non ha bisogno di fondare un nuovo partito per crearsene uno a propria misura. Quel partito esiste già... è il Pd ed è lui che lo guida militarmente. L'unica cosa che gli rimane da fare è solo cambiargli nome... Dategli tempo ed accadrà anche questo.

Ma, almeno, quel nuovo partito che non continui ad essere catalogato come socialista... l'etichetta più corretta è un'altra: fascista.