La consulta, riunita oggi in Camera di Consiglio, ha deliberato l'ammissibilità del sesto quesito referendario promosso dalle regioni Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise che ha per argomento il divieto delle trivellazioni in mare per l'estrazione di idrocarburi. Questo è nello specifico l'argomento del quesito su cui gli italiani saranno chiamati a dare o meno la loro approvazione: "Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento". Inizialmente i quesiti presentati dalle regioni ed ammessi dalla Cassazione erano sei. Successivamente, il governo ha provveduto, nella legge di Stabilità, a modificare le norme che regolano le trivellazioni in mare, facendo sì che la Cassazione annullasse cinque dei quesiti indicati dalle regioni. Quello su cui oggi la Consulta si è espressa era l'ultimo rimasto e riguarda il divieto di effettuare in mare qualsiasi attività legata alla ricerca e all'estrazione di idrocarburi e alla possibilità che l'attività estrattiva possa durare fino all'esaurimento del giacimento, anche oltre la data di scadenza della concessione rilasciata. A questo punto l'ultima parola spetta agli italiani che potrebbero essere chiamati a votare già prima della prossima estate, a meno che il governo non decida di intervenire nuovamente sull'argomento modificando la norma in vigore. Nei giorni scorsi vi era stata una polemica tra il ministro dello Sviluppo Economico Guidi, i Verdi e il presidente della regione Puglia Emiliano sul rilascio di una concessione per attività esplorative per la ricerca di idrocarburi al largo delle Tremiti.