Nella Sala Clementina, all'interno del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha ricevuto questa mattina i partecipanti alla conferenza internazionale della fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice, la cui origine risale all'Enciclica “Centesimus Annus” promulgata da Giovanni Paolo II il 1 maggio 1991, in adesione all'insegnamento pontificio in campo sociale, come sostegno alle iniziative caritative del Papa.

Dopo aver parlato della crisi dei migranti ed il suo viaggio a Lesbo, Papa Francesco ha ricordato alla comunità internazionale che, oltre all'aiuto immediato ai profughi, «è chiamata a individuare risposte politiche, sociali ed economiche di lungo periodo a problematiche che superano i confini nazionali e continentali e coinvolgono l’intera famiglia umana.

La lotta contro la povertà non è soltanto un problema economico, ma anzitutto un problema morale, che fa appello ad una solidarietà globale e allo sviluppo di un approccio più equo nei confronti dei bisogni e delle aspirazioni degli individui e dei popoli in tutto il mondo. [...]

Una visione economica esclusivamente orientata al profitto e al benessere materiale è – come l’esperienza quotidianamente ci mostra – incapace di contribuire in modo positivo ad una globalizzazione che favorisca lo sviluppo integrale dei popoli nel mondo, una giusta distribuzione delle risorse, la garanzia di lavoro dignitoso e la crescita dell’iniziativa privata e delle imprese locali. Un’economia dell’esclusione e dell’iniquità ha portato ad un più grande numero di diseredati e di persone scartate come improduttive e inutili.

Gli effetti sono percepiti anche nelle società più sviluppate, nelle quali la crescita in percentuale della povertà e il decadimento sociale rappresentano una seria minaccia per le famiglie, per la classe media che si contrae e, in modo particolare, per i giovani. I tassi di disoccupazione giovanile sono uno scandalo che non solo richiede di essere affrontato anzitutto in termini economici, ma che va affrontato anche, e non meno urgentemente, come una malattia sociale, dal momento che la nostra gioventù viene derubata della speranza e vengono sperperate le sue grandi risorse di energia, di creatività e di intuizione.»

Con questo messaggio il Papa continua a ricordare alle istituzioni che si occupano di regolare la vita economica e sociale delle varie nazioni la finalità del loro compito, facendo loro presente che stanno disattendendo alle aspettative di moltissime persone, il cui numero si sta allargando.

Con le sue parole, Bergoglio dimostra che il messaggio della Chiesa non è solo spirituale, ma riguarda il benessere e la felicità della gente anche nella vita di tutti i giorni.