Proprio ora non ci voleva. Nel momento di massima difficoltà del Pd renziano, l'Istat si mette, pure lui, a remare contro corrente pubblicando il dato macroeconomico della produzione industriale in Italia relativa al mese di settembre 2017 il cui indice, dopo quattro mesi di continua crescita, registra una diminuzione dell'1,3% rispetto ad agosto.

L'indice mensile, destagionalizzato, cresce tra i beni di consumo (+0,4%), ma diminuisce nell'energia (-6,3%), nei beni intermedi (-3,0%) ed in quelli strumentali (-2,0%).

Su base trimestrale, luglio-settembre, la produzione è comunque aumentata in media dell'1,5% nei confronti dei tre mesi precedenti, in accelerazione rispetto alla crescita congiunturale registrata per il trimestre precedente (+1,2%). Il Pd può avere così un dato da comunicare nella propria propaganda.

Inoltre, su base annua, corretto per gli effetti di calendario, a settembre 2017 l'indice è aumentato in termini tendenziali del 2,4% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 del settembre 2016), in crescita da febbraio 2017, tanto che nella media dei primi nove mesi di quest'anno la produzione è aumentata del 2,9%.

In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a settembre 2017 aumenti per i beni strumentali (+4,6%) e i beni di consumo (+3,7%); più limitato è l'aumento dei beni intermedi (+1,8%), mentre una variazione negativa segna il comparto dell'energia (-4,4%).

Il dato può essere interpretato in senso fisiologico, come normale assestamento di un una tendenza al rialzo, come già manifestatosi a dicembre dello scorso anno. Solo i risultati del prossimo mese possono dirci se si tratti o meno di una inversione di tendenza della crescita.