Quando leggo articoli come quello di oggi, pubblicato dal Corriere della Sera,  "Le virtù del libero scambio e i rischi del neo-protezionismo" a firma di Angelo Panebianco mi domando che tipo d'uomo possa essere  l'autore.

 Si, da Wikipedia possiamo assumere diverse informazioni  " Angelo Panebianco un politologo, saggista e accademico italiano, di impostazione teoretica liberale influenzata dall'elitismo e del realismo politico...."  Un curriculum vitae di pregiato livello, essendo, tra le altre cose, docente universitario con numerose pubblicazioni ed editoriali e avendo partecipato a varie  iniziative culturali e politiche.

Non può essere uno sprovveduto.

Desumo, quindi,  che anche lui tenga famiglia e il suo tenore di vita necessita di avere cospicue entrate e  una soluzione, per trovare le risorse, è mettere la propria penna al servizio del padrone, cioè i poteri forti. Non sono cose che mi riguardano se al mattino il nostro professore si guarda allo specchio e si pone dei problemi di ordine esistenziale.

Andiamo all'oggetto dell'articolo, "il modello in difficoltà", cioè il modello secondo l'editorialista.

Panebianco si rammarica che il TTIP  "quasi certo che non verrà ratificato".

 Non ci credo, forse è una manovra per sviare l'attenzione su questo trattato. Se nessuno più ne parla, le cose possono andare avanti tranquillamente, per poi presentare ai cittadini il conto dopo che "loro" hanno mangiato. Del resto, pare, che i negoziati  siano cominciati nel  2006, a totale nostra insaputa e per molti anni successivi.

E c'è un altro trattato, letale per noi, quello con il Canada (CETA), che fine ha fatto? CETA non è altro che il cavallo di Troia per gli USA.  Attraverso le proprie filiali canadesi possono entrare in gioco con gli stessi termini e nella stessa misura del TTIP, senza dimenticare che il Canada è anche un produttore di OGM.

Comunque la colpa, secondo l'editorialista del Corriere, è dovuta al fatto che, a causa della lunga crisi economica, certe forze nazionaliste(Le Pen, Farage, Grillo e altri) hanno bloccato questo progetto economico che si stava costruendo tra USA e Europa.  

Però delle cause della crisi economica non ne parla.

 Forse la crisi non arriva proprio dagli Usa? Recita il nostro WikipediA:  " La crisi dei subprime è una crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti che ha avuto gravi conseguenze  sull'economia mondiale, in particolar modo nei paesi sviluppati del mondo occidentale,  innescando la grande recessione  (da molti considerata la peggior crisi economica dai tempi della grande depressione)"

E la crisi non si è accentuata con l'Unione Europea e con il cappio della moneta unica? Stati come la Grecia sono ormai esangui e altri paesi come l'Italia sono in ginocchio in attesa che anche il ginocchio prima o poi ceda per crollare a terra. Disoccupazione in aumento, precarietà, diritti revocati, un popolo che ha sempre meno voce in capitolo..

Questi sono i risultati della globalizzazione economica che Penebianco evoca come la panacea di tutti i mali e in mancanza di essa scrive: "Non sanno che se quel ripristino (riferendosi alla sovranità economica nazionale), anche solo in minima parte, si realizzasse, il futuro dell’Europa diventerebbe un incubo: povertà, autoritarismo, guerre."

Sono anni che il nostro livello di vita scende e la povertà è ormai diffusa e questo grazie all'Unione Europea e all'Euro.

Per  quanto riguarda l'autoritarismo, l'organizzazione più antidemocratica dai tempi del fascismo è proprio quella dell'Unione Europea. Il cittadino non vota, è solo un bancomat per le tasse o un consumatore. I commissari scelti dal paese più forte economicamente dettano le regole e i sudditi devono ubbidire.

Guerre. Le guerre le fanno i suoi amici a stelle e strisce, dal Vietnam,  dall'Iraq all'Afganistan, dalla Siria, dove gli USA ha causato una catastrofe umanitaria, alla Libia, di cui noi paghiamo le conseguenze con lo sbarco quotidiano di masse africane. E tralascio altro, per non farla troppo lunga.

Professor Panebianco quante bombe nucleari, made in USA, abbiamo sul nostro territorio? E perchè dobbiamo avere un Lord (gli USA)  che ci difenda? Da quale minaccia se non quella che può essere provocata dai suoi amici d'oltreoceano?  Minacce che "loro" ci stanno, per esempio, portando in casa con il continuo spostamento di truppe vicino al confine russo.  La Sua paura è quella di finire sotto Putin? Ma lo sa che Lei ha la sindrome del colonizzato? Si ha ragione, l'Italia è una colonia dalla fine della seconda guerra  mondiale, ed è difficile cambiare ruolo. Mi sovviene di quei negozianti, che sono obbligati a pagare il pizzo per avere una protezione.

Nel Suo articolo non ci risparmia il monito sulle catastrofiche conseguenze (come per il  Regno Unito prima del referendum) e quali cataclismi si abbatteranno su di noi nel caso che la globalizzazione in generale, e il TTIP nello specifico, non continueranno il loro cammino per il bene del popolo.

Professor Panebianco, mi permetta una domanda che spero vorrà rispondere ad un umile cittadino come il sottoscritto.

In termini economici, da qui a dieci anni, quale sarà l'aumento del PIL  dopo la ratifica del suo caro trattato TTIP?