Ogni anno, il 2 agosto, si celebra la cerimonia, che dovrebbe però esser definita commedia se questo non potesse sembrare irrispettoso nei confronti di 85 persone morte, per ricordare la strage alla stazione di Bologna del 1980.

Perché parlare di commedia? E quale altro termine utilizzare per una vicenda che, dopo 36 anni, continua a presentare dubbi e domande irrisolte su come siano andati realmente i fatti, di chi siano le responsabilità, tutte le responsabilità, il ruolo dei servizi segreti italiani, le azioni di depistaggio, l'inaccuratezza nelle indagini...

La verità processuale che ha indicato dei colpevoli, ma che non ha sciolto tutti i nodi che ancora legano domande irrisolte e non certo di poco conto, è alla base dell'indignazione e del rammarico sia dei familiari, sia di tutti coloro che credono nel rispetto della democrazia e delle sue regole. La strage di Bologna è uno dei tanti misteri irrisolti dell'Italia, dal 1945 ad oggi.


Lo ha riconosciuto nel suo intervento lo stesso sindaco di Bologna, Luigi Merola: «Passi avanti significativi ne abbiamo fatti, ma c'è del cammino da fare per raggiungere la verità piena», ringraziando anche il Governo per aver approvato il reato di depistaggio. «Siamo soddisfatti del cammino compiuto con la consapevolezza della strada che c'è ancora da fare. Il riconoscimento di reato per depistaggio è un passo significativo che testimonia la vicinanza delle istituzioni e del governo a noi e alla città».

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio che si conclude in questo modo: «Desidero stringermi ai familiari e confermare la partecipazione al dolore di coloro i quali subirono la perdita di un loro caro. Rinnovo la mia solidarietà ai cittadini e alla municipalità di Bologna, che hanno sempre saputo difendere con orgoglio la democrazia e la Repubblica quando queste sono state attaccate con azioni violente e trame oscure».

Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba composta da una micidiale miscela di tritolo e T4 esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna provocando il crollo delle strutture contigue, tra cui le sale d'aspetto di prima e seconda classe e 30 metri di pensilina del primo binario, su cui era in sosta il treno Ancona-Chiasso. L'esplosione causò la morte di 85 persone ed il ferimento di altre 200.