Dopo i tagli di dicembre attuati da Regione Lombardia al diritto allo studio universitario (DSU), la situazione ad oggi si è ancora più ingarbugliata.
L'assessore Aprea, durante l'assestamento di bilancio, aveva confermato finanziamenti sufficienti per garantire servizi e borse di studio che, nonostante l'aumento delle tasse regionali, non arriva ancora a coprire il 100% degli aventi diritto.
Ultimamente sono giunte segnalazioni preoccupanti, poiché la Regione Lombardia, prevedendo modelli sperimentali, non ha istituito un Ente unico che gestisca i finanziamenti, ma mantiene il modello di gestione dei servizi in capo alle istituzioni universitarie lombarde.
La poca chiarezza e trasparenza della politica regionale ha allarmato gli studenti universitari che hanno organizzato un presidio sotto l'assessorato per avere certezza di risorse adeguate.
In Lombardia, si parla tanto di eccellenza di Università e Ricerca ma i nodi vengono al pettine soprattutto in materia di diritto allo studio: le politiche adottate fino ad ora non garantiscono risorse per tutti gli aventi diritto alle borse di studio e non rispondono a criteri di trasparenza. Gli studenti e le loro famiglie hanno il diritto di sapere secondo quali criteri vengono distribuiti i fondi e chi potrà davvero usufruirne.