Oggi, 18 dicembre, si svolge all'Hotel Ergife di Roma l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico.

L'evento ha pure un titolo: Ripartiamo dall'Italia. L’Assemblea nazionale è composta da mille persone elette tra gli iscrittii al Partito ed ha competenza in materia di indirizzo della politica nazionale e di organizzazione e funzionamento di tutti gli organismi dirigenti nazionali.

Perché è stata convocata? Il motivo è in queste dichiarazioni di Matteo Renzi: «Abbiamo subito una sconfitta dura nel referendum. E io mi sono dimesso da premier. Domenica discuteremo di molte cose, in modo trasparente e chiaro, come deve fare chi ama la politica e crede nel servizio per il bene comune.»

Ma oltre all'analisi della sconfitta verrà trattata la questione più importante, quella relativa al segretario nazionale.

Lo statuto del PD prevede che il segretario, alle elezioni politiche, sia implicitamente indicato anche come il candidato premier che, in caso di vittoria, sarà suggerito al Presidente della Republica.

Quindi, il punto principale dell'appuntamento odierno è il segretario del Partito Democratico e come questo sarà eletto.

Così Renzi: «Io sono dell’idea che occorre rispettare lo Statuto e che domenica l’Assemblea debba decidere se fare o no il congresso. Io vorrei farlo, sarà l’Assemblea a definire le modalità delle candidature, poi la direzione, poi i nostri iscritti ed elettori.»

Il problema adesso è la modalità tecnica con cui il nuovo segretario verrà eletto e quale sarà la via che verrà decisa. Inoltre, è da capire se la modalità scelta possa influire o meno sulla data in cui si svolgeranno le elezioni, considerando che vi è anche da scrivere o riscrivere una legge elettorale sia per la Camera che per il Senato.

A parte Matteo Renzi che dopo essersi dimenticato di aver promesso che si sarebbe ritirato dalla politica si presenterà di nuovo come segretario del partito, probabilmente per provare a portarne a termine la disgregazione totale, per la carica di segretario si candiderà anche Roberto Speranza, mentre aveva già da alcuni mesi lanciato la propria candidatura - indicando il Congresso del prossimo anno come appuntamento per la sfida - il presidente della regione Toscana Enrico Rossi.

Ma, forse, la candidatura che più di altre potrebbe creare problemi a Renzi potrebbe essere quella di Michele Emiliano, presidente della regione Puglia, che ultimamente aveva creato non pochi imbarazzi all'ex premier, mettendolo di fronte a fatti e promesse che erano andate disattese.

Alla fine di questa giornata sapremo di più sul futuro del Partito Democratico e di quello che, di conseguenza, sarà il futuro del governo Gentiloni.