8.400 sono stati i casi di colera registrati in Somalia dall'inizio dell'anno e 200 di questi hanno avuto esito mortale.  I centri per la salute e la nutrizione di Save the Children in Somalia stanno registrando un rapido incremento di decessi dovuti al colera e alla diarrea, malattie che non risparmiano i bambini, il cui epicentro si trova tra la regione di Bay e la sua capitale Baidoa.

La grave situazione che si sta delineando in Somalia, e che potrebbe portare ad una imminente carestia, è causata della grave siccità che ha colpito il paese. Questo ha quanto dichiarato su tael situaziine in proposito Hassan Noor Saadi, Direttore di Save the Children in Somalia.

«Salvare queste vite e assicurare i mezzi di sostentamento alla popolazione richiede un'azione concertata da parte della comunità internazionale, ma non c’è più tempo da perdere e bisogna agire ora.

Da quando, alla fine dello scorso anno, il paese è stato colpito dalla siccità, i casi di colera e diarrea sono fortemente aumentati, passando da poco meno di 200 casi nella prima settimana di novembre a circa 1.400 nella seconda settimana di febbraio. Un team di Save the Children per il trattamento urgente del colera ha raggiunto l’epicentro dell’emergenza, dove è stato registrato il 72% dei casi.

Oltre al colera, l’Organizzazione è fortemente preoccupata anche da altri fattori che mettono a grave rischio la salute dei bambini e il loro livello di nutrizione. In particolare, i medici impegnati nelle 72 cliniche di Save the Children nel Puntland riportano gravi infezioni respiratorie di cui sono vittime i bambini, tra cui numerosi casi di polmonite. A causa della grave siccità che ha colpito il paese, inoltre, si stima che già 250.000 persone siano state costrette ad abbandonare la propria terra e a trasferirsi in campi dove mancano i principali servizi di base, come acqua, cibo, servizi igienici e sanitari. Circa 6,2 milioni di persone, pari a quasi la metà della popolazione, hanno infine urgente bisogno di aiuto per via dell’insicurezza alimentare.

Di fronte alla gravità della situazione in Somalia e ai tristi ricordi del 2011, la risposta della comunità internazionale per affrontare le sofferenze dei bambini somali è vergognosamente inadeguata. Nel 2011, l'ondata di morti causata dalla siccità si registrò nel mese di aprile e allora la siccità era meno grave di quella attuale. La comunità internazionale ignorò i primi segnali di quella crisi, non agì con decisione e attese fino a luglio prima dichiarare la carestia. Oggi la comunità internazionale sta ripetendo gli stessi errori».

In base alle proprie valutazioni, secondo Save the Children, entro giugno sarebbero necessari 825 milioni di dollari per salvare vite umane e avviare un processo di recupero dalla carestia. Ad oggi, è stata raggiunta solo la metà di questa cifra.