Si è tenuta presso il tribunale di Milano la prima udienza della causa civile che vede contrapposte Mediaset e Fininvest da una parte ed i francesi di Vivendi dall'altra in relazione al mancato acquisto di Mediaset Premium, per il quale il gruppo del Biscione si sente danneggiato, chiedendo il rispetto dei patti e 1,5 miliardi di euro per danni.

Vivendi si era effettivamente impegnata ad acquistare Mediaset Premium. Prima di rendere effettivo l'acquisto, Vivendi aveva però cercato di ricontrattarne il prezzo per problemi di redditività comunicati ai media, prima al Corriere della Sera e successivamente al Financial Times.

L'AD di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, aveva spiegato in questi termini, la marcia indietro: «E' come se ci avessero invitato a cena in un ristorante a 3 stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald’s», definnedo «ingannevoli» le informazioni fornite da Mediaset su Premium prima della firma dell'accordo.

Dopo aver avviato il contenzioso, i francesi hanno iniziato a rastrellare le azioni Mediaset arrivando a ridosso della soglia d'opa pari al 30% del capitale.

Il processo proseguirà nel caso in cui le parti non si accordassero su un tentativo di riconciliazione.

Va ricordato anche che oltre alla causa civile, la procura di Milano lo scorso dicembre ha avviato un'inchiesta penale per presunto aggiotaggio sull'acquisto delle azioni Mediaset da parte di Vivendi, indagando il presidente e l'AD della società francese, Vincent Bolloré e Arnaud De Puyfontaine.

Infine, sempre per l'acquisto del 30% di azioni Mediaset vi è in corso su Vivendi anche un'istruttoria da parte dell'Antitrust, in quanto la società francese è anche azionista di riferimento di Telecom Italia con poco meno del 25% del capitale.