«Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all'Unione Europea non ci saremmo mai candidati; qui, invece, abbiamo eletto la seconda delegazione italiana. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'UE, ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L'unico modo per cambiare questa "Unione" è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento 5 Stelle si sta battendo per trasformare l'UE dall'interno».

Quella sopra riportata è l'ultima dichiarazione di un post apparso oggi sul blog di Grillo, organo ufficiale del Movimento 5 Stelle, dedicato al referendum britannico sulla permanenza o meno della Gran Bretagna in Europa.

Tramite una serie di domande e risposte, l'articolo, a firma MoVimento 5 Stelle Europa, spiega che cosa sia la Brexit, su cosa verte il voto, i possibili scenari  nel caso di permanenza o di uscita della Gran Bretagna dall'Europa, le motivazioni all'origine del referendum, gli accordi di massima presi dagli Stati membri.

L'articolo pubblicato oggi è interessante per alcuni aspetti. I 5 Stelle fanno parte dello stesso gruppo parlamentare che include gli eletti dello Ukip di Nigel Farage. Finora tale gruppo era stato definito come quello degli euroscettici. Nigel Farage è dichiaratamente e fermamente convinto della necessità da parte della Gran Bretagna di uscire dall'Europa. Per lui, coma ha più volte ribadito, oggi potrebbe essere l'indipendence day per i sudditi di Sua Maestà. Quindi, se i britannici decideranno di rimanere in Europa, tra Ukip e 5 Stelle potrebbe non esserci più molta sintonia.

L'altro aspetto interessante, che potrebbe avere anche possibili influenze nell'ottica della politica nazionale, è la sottolineatura che Cameron, dopo aver promesso il referendum per farsi rieleggere, a febbraio ha ricontrattato con Bruxelles nuove condizioni per la permanenza in Europa della Gran Bretagna: «Gli altri Stati membri, in particolare quelli del Mediterraneo - Italia in testa -, dovrebbero avanzare pretese simili all'UE. Il tutto per garantire le specificità di ogni nazione e per preservare il proprio tessuto socioeconomico e industriale. Qualunque sia l'esito del referendum, la situazione nel Regno Unito e le difficoltà di molti altri Paesi europei confermano il totale fallimento dell'attuale sistema di governance europeo basato sul modello del "one-size-fits-all", incapace di rispondere a molte sfide e criticità».

Probabilmente, in futuro, qesto potrebbe diventare un mantra da parte dei 5 Stelle per spingere Renzi a ricontrattare le condizioni di permanenza dell'Italia in Europa. Che legalmente o burocraticamente ciò possa esser fatto o meno ha poca importanza. Dal punto di vista mediatico e politico sarà un'ulteriore arma in più per i 5 Stelle da usare contro Renzi e il Partito Democratico.