A seguito di crescenti pressioni provenienti da ogni parte, compresi alcuni esponenti politici, la polizia di Charlotte, in Nord Carolina, ha finalmente reso pubbliche le immagini dell'uccisione, avvenuta martedì scorso, dell'afroamericano Keith Lamont Scott, riprese dalle body camera dei poliziotti e da quelle sul cruscotto dell'auto, forse in risposta alla diffusione del video della moglie.

I video, insieme ad alcune foto, sono stati distribuiti a tutti i media americani e sono state messe online. Purtroppo, anche con queste immagini, come già avevano preannunciato gli avvocati della famiglia, è impossibile stabilire se l'uomo fosse armato, come ha sempre sostenuto la polizia.

Le riprese video mostrano Scott che si allontana indietreggiando da un'auto e la polizia che gli spara quattro colpi in successione. Non si riesce, però, a capire cosa l'uomo tenga nella mano sinistra. Nella destra non ha niente e risulta non essere stato un mancino. E' evidente, tuttavia, come non abbia assolutamente un atteggiamento aggressivo e come tenga le mani lungo i fianchi, mentre i poliziotti gli gridano di lasciare la pistola.

Un'altra sequenza mostra Scott a terra dopo essere stato colpito, circondato dagli agenti, in abiti civili e con giubbotti antiproiettile, che lo ammanettano. A sparare è stato un poliziotto, afroamericano anche lui, che è stato temporaneamente sospeso dal servizio per tutta la durata delle indagini.

La polizia ha pubblicato anche foto che mostrano una pistola, che dovrebbe essere quella di Keith Lamont Scott, una fondina e della marijuana. Ha annunciato, inoltre, che nei prossimi giorni renderà pubblici i risultati di un campione di DNA prelevato dall'arma e corrispondente a quello della vittima. La pistola, sulla quale ci sarebbero anche le impronte digitali, era carica e la fondina era allacciata ad una caviglia dell'uomo, sempre secondo quanto dichiarato dalla polizia.

Keith Scott, sostiene la polizia di Charlotte, era stato sorpreso mentre, a bordo del suo SUV, si stava preparando una sigaretta di marijuana e gli era stata vista in mano una pistola. Anche se entrambi questi fatti fossero veri, difficilmente possono giustificare la reazione degli agenti, in assenza di un atteggiamento minaccioso da parte della vittima.

La tensione nella comunità nera di Charlotte si spiega anche per quanto accaduto nel 2013, quando un poliziotto uccise un ventiquattrenne afroamericano con dieci colpi d'arma da fuoco. Jonathan Ferrell, così si chiamava la vitima, era rimasto coinvolto in un incidente d'auto e a piedi si era diretto verso una vicina abitazione ed aveva bussato alla porta. La donna all'interno della casa aveva chiamato la polizia, temendo si trattasse di un ladro. Furono inviati due agenti e uno di loro sparò a Ferrell, pensando che questo stesse tirando fuori una pistola.

L'agente fu incriminato per omicidio colposo, ma il processo fu annullato, dopo che la giuria non riuscì ad emettere un verdetto. La procura decise di non chiedere un nuovo processo e il caso fu chiuso.