Torna a casa ed è costretto a sfondare la porta, perchè nessuno risponde. Entrando, la macabra scoperta: la figlioletta di soli 4 mesi non da segni di vita, la moglie svenuta, del figlio nessuna traccia. In preda alla disperazione, l'uomo (operaio moldavo) urla chiamando il figlio di 5 anni, che trova recluso in una stanza dell'abitazione, sotto schoc e comprensibilmente agitato e confuso.

E' lo stesso uomo a chiamare i soccorsi, la donna viene ricoverata ed è in prognosi riservata ma non sembra in pericolo di vita.

Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, anche se la più accreditata sembra seguire la strada dell'omicidio suicidio (vengono trovate alcune scatole vuote di medicinali) e che la donna soffrisse della sindrome di depressione post partum

Ovviamente l'autopsia sul piccolo corpicino evidenzierà le cause della morte (atto dovuto ma che aggiunge strazio allo  strazio); non ci resta che riflettere su questa sindrome che colpisce in forma lieve circa l'80% delle neo mamme e che purtroppo - nella forma più grave - porta a compiere insani gesti.

Ed è proprio in questi casi estremi che dovrbbe entrare in gioco la rete di solidarietà umana, a supporto di un momento di difficoltà che forse insieme sarebbe possibile superare.

Ma il nostro mondo è fatto di tante solitudini. Che non si incontrano mai.