La due giorni dei 5 Stelle a Palermo è stata caratterizzata dalle dichiarazioni di Beppe Grillo. Così, nonostante la manifestazione non fosse neppure iniziata, la riunione ha perso molto del suo interesse: il più era già stato detto.

Grillo ha dichiarato, urbi et orbi, che farà il capo politico. Ora che cosa ciò comporti, non è ben chiaro e non sembra che saperlo fosse la priorità dei presenti. Di sicuro, Grillo, rispetto a quanto aveva detto in precedenza, tornerà a farsi sentire, anche se quando e come, non è stato specificato.

La sua figura sarà solo di garante delle regole, che peraltro verranno riscritte? Ma questo ruolo non era mai venuto meno. Quello che probabilmente Grillo farà, sarà intervenire, all'improvviso e a gamba tesa, su argomenti spinosi che meriterebbero di essere approfonditi e che i parlamentari a 5 Stelle non saranno in grado di affrontare in modo "tranchant".

In una precedente occasione su come affrontare il nodo migranti, Grillo era intervenuto nel dibattito, spiegando che certe scelte avrebbero garantito risultati elettorali da zero virgola percento, facendo intendere che era necessario prendere posizione con le scelte suggerite dalle destre, e soprattutto scavalcando e anticipèando le decisioni di deputati e senatori del suo movimento, con loro enorme imbarazzo.

Sarà soprattutto o unicamente questo il ruolo di capo politico di Grillo? Sarà lui il candidato premier indicato sulla scheda del voto nel caso la legge elettorale rimanesse quella attuale? Lo vedremo. Quello che è certo è che, in passato, gli interventi di Grillo hanno solo contribuito a far diminuire il numero di preferenze per i 5 Stelle nei sondaggi settimanali sulle preferenze di voto, per quanto tali sondaggi possano effettivamente valere.

In termini pratici, questa scelta è stata dettata per eliminare le tensioni fra i vari capi, capetti e correnti che si sono formati nel movimento, specie dopo l'instaurazione del cosiddetto direttorio. Tensioni che sono esplose con le pressioni legate alle vicende del Comune di Roma. Azzerare tutto per ripartire ed eliminare, se possibile, rivalità, gelosie e vendette.

Quindi, per i 5 Stelle si pone di nuovo il problema dei regolamenti e dell'organizzazione, un problema onmestamente irrisolvibile perché in aperta contraddizione con lo spirito dell'uno vale uno e della partecipazione diretta che ha animato il movimento fin dalle sue origini.

Vedremo come ciò in pratica sarà risolto, anche se l'anticipazione delle intenzioni raccolta nel titolo di Fase 2 non è molto felice. Di fase 2 si iniziò a parlare già dai tempi del partito fascista e non è mai stata sinonimo di riuscita.

Comunque, a dare una svolta ci ha provato Luigi Di Maio, che con il nuovo corso dovrà in futuro ridimensionare le sue aspettative "presidenziali", con il classico post in cui anticipa la creazione di un'agenda per il futuro dell'Italia:

«Stasera creiamo un'agenda per il futuro dell'Italia e la creiamo tutti insieme. Un'idea di Paese a medio-lungo termine che costruiremo con portavoce, attivisti e cittadini, lo faremo con la partecipazione che è il nostro valore fondante.
Non è un programma per le elezioni politiche del 2018 ma, è una visione di Paese da qui a 15 anni, è il futuro del nostro Paese, è una marcia di questa comunità che si riprende lo Stato e lo fa risorgere.»

Domenica saliranno sul palco di Palermo Davide Bono, Max Bugani, Giancarlo Cancelleri, Nunzia Catalfo, Chimienti, Ignazio Corrao, Vito Crimi, Cettina Di Pietro, Manlio Di Stefano, Laura Ferrara, Riccardo Fraccaro, Giulia Grillo, Alvise Maniero, Maria Marzana, Nicola Morra, Filippo Nogarin, Riccardo Nuti, Federico Piccitto, Virginia Raggi, Alice Salvatore, Paola Taverna, Danilo Toninelli, Gianluca Vacca, Alessio Villarosa.

A questi si aggiungeranno anche gli interventi di Martin Blake, Ursula Sladek e un collegamento in diretta da Londra con Julian Assange, il fondatore di Wikileaks.