In attesa del dato sull'occupazione che arriverà a metà settimana, oggi l'Istat pubblica i dati sul clima di fiducia dei consumatori italiani e delle imprese italiane. In generale, quanto possa valere quello che è più che un sondaggio, ognuno lo può valutare per propio conto.

In ogni caso, quello che la statistica ci vuol dire è che se la gente e le imprese sono fiduciose nel futuro, anche gli acquisti potranno beneficiare di tale clima e quindi l'economia potrà migliorare. Fidandosi del fatto che ciò sia vero, vediamo lo stato di fiducia dell'Italia a novembre 2016.

L'Istat ha rilevato calma piatta per quanto riguarda i consumatori. Ad ottobre l'indice segnava il valore 108, mentre a novembre 107,9, un decimale in meno. Per le imprese, la situazione è quasi analoga con un valore però leggermente più in calo, da 101,7 a 101,4.

Come sopra indicato nei grafici riassuntivi, l'andamento del clima di fiducia nel paese da parte di consumatori e imprese indica una linea che punta ormai verso il basso già da metà del 2015. I dati particolareggiati per i vari settori possono essere consultati direttamente nel report Istat, insieme alla solita nota metodologica con cui la ricerca è stata realizzata.

In questa settimana, qualsiasi colpo di tosse o starnuto che dir si voglia, sia a livello politico che a livello economico, assumerà una valenza particolare in funzione pro o contro il refrendum costituzionale. Perché? Non è dato saperlo, ma il voto del 4 dicembre è un voto politico. E allora, visto che in base ad un sì o ad un no, l'Italia - secondo alcuni - potrà essere il paradiso oppure l'inferno, è importante che sia portato a conoscenza qualunque dato possa indicare quello che è stato finora il giudizio sul governo Renzi.

Il rapporto dell'Istat ci dice che la fiducia in Renzi da parte delle imprese e delle famiglie è in calo già dal 2015. Pertanto, se perdendo il referendum dovesse dimettersi, nessuno lo rimpiangerà.