Nel rispetto della logica che guida le sue decisioni, Donald Trump lo scorso dicembre ha nominato a capo dell'EPA, l'agenzia dedicata alla protezione dell'ambiente degli Stati Uniti, Scott Pruitt che in precedenza si occupava di amministrare la giustizia nello stato dell'Oklahoma.

Se qualcuno volesse domandarsi quale possa essere il collegamento tra i due incarichi è presto detto. Durante il suo precedente incarico, Scott Pruitt, anche se insieme ai ministri della Giustizia di altri Stati, ha più volte chiamato in giudizio l'EPA per contrastare l'attuazione del "Clean Power Plan" voluto da Barack Obama per la lotta al cambiamento climatico, in favore di una diminuzione del surriscaldamento del globo.

Quindi, Donald Trump ha nominato a dirigere l'ente preposto alla protezione dell'ambiente una persona che dell'ambiente non ha alcuna nozione a livello scientifico e che, politicamente, è in aperto contrasto con le direttive che ormai la maggioranza dei paesi avanzati ritengono ineluttabili per salvaguardare il pianeta.

Scott Pruitt è stato confermato nel nuovo incarico il 17 febbraio di quest'anno con un voto al Senato. Entrato in carica, ha subito annunciato che già dalla prossima settimana inizierà a rivedere le norme approvate da Obama, aggiungendo, in relazione ad esse, di aver capito perché alcuni americani chiedevano di voler abolire l'EPA.

Secondo Pruitt, l'azione dell'EPA sotto Obama, con la motivazione di combattere il cambiamento climatico, era costata agli Stati Uniti la perdita di posti di lavoro ed il rallentameno della crescita economica. Da qui, la sua intezione di cambiare lo stato delle cose.

Inutile sottolineare l'incredulità e la disperazione degli ambientalisti americani per la nomina di Pruitt. Di contro, vi è la soddisfazione dell'industria estrattiva che, negli USA, è correlata a petrolio, gas e carbone.

I primi provvedimenti di Pruitt riguarderanno i corsi d'acqua e le emissioni inquinanti. Già all'inizio della prossima settimana, Trump dovrebbe firmare un provvedimento che revocherà l'ombrello di protezione federale sui corsi d'acqua che ritorneranno ad essere gestiti in base alle leggi dei singoli Stati.