di Guglielmo Ferraro

Coloro che hanno il potere di decidere in ambito sanitario continuano colpevolmente a disconoscere qualsiasi informazione che potrebbe porre in cattiva luce i vaccini. Impareggiabile è la loro arroganza e la loro presunzione, ma scarse o mediocri sono le competenze che non di rado dimostrano di avere.
L’autopromozione di verità di comodo, presentate come “evidenze scientifiche”, in nome di una non ben definita “comunità scientifica”, risulta essere, purtroppo, una delle attività preferite da chi detiene le redini della scienza medica. Quale significato essi attribuiscano a questi termini è però poco chiaro.
Randy Schekman, premio Nobel per la medicina nel 2013, dal palco di Stoccolma, affermo: “La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente”. E sul Guardian scrisse: “Le principali riviste scientifiche distorcono il processo scientifico e rappresentano una ‘tirannia’ che va spezzata”.
Non basta, comunque, una pubblicazione a rendere vera una falsità, così come non possiamo screditare una teoria solo perché non si ritrova su Lancet, su Nature o su Science. Richard Smith, ex curatore del British Medical Journal e poi direttore generale di United Health Europe, sostenne (editoriale pubblicato dalla rivista ad accesso libero PLoS Medicine) che “le riviste di medicina costituiscono un’estensione del braccio del marketing delle compagnie farmaceutiche”. I mezzi di informazione medica, in definitiva, non sono depositari di verità assolute e costituiscono nelle mani di pochi potenti senza scrupoli un terribile strumento per la salvaguardia dei loro sporchi interessi, a discapito della collettività.
La Lorenzin parla di “credenze, falsi miti e leggende metropolitane che girano sul web e su riviste non autorizzate, non validate dalla comunità scientifica internazionale e mondiale (sic!) che collegano il tema delle vaccinazioni alla comparsa di malattie come l’autismo e l’epilessia..”. Diversi rinomati scienziati riconoscono però che le vaccinazioni possono provocare, con non trascurabile frequenza, gravi reazioni avverse. Uno di questi è, ad esempio, Yehuda Shoenfeld, professore della Facoltà di Medicina di Tel Aviv, che ha dedicato oltre trent’anni allo studio del sistema immunitario umano. È considerato uno dei maggiori esperti mondiali di malattie autoimmuni ed è l’autore di rilevanti studi. Si deve a lui la scoperta della cosiddetta ASIA, Autoimmune/inflammatory Syndrome Induced by Adjuvants (Sindrome autoimmune/infiammatoria indotta da adiuvanti vaccinali), anche nota come sindrome di Shoenfeld.
Dovremmo ritenere non validi gli “scomodi” risultati ottenuti dai numerosi ricercatori che hanno sollevato perplessità sulle vaccinazioni, soltanto perché non sono stati approvati da quella stessa élite di scienziati che ha deciso di promuovere incondizionatamente i vaccini? È certo che una comunità scientifica così fortemente autoreferenziale, insofferente a qualsiasi controllo che non sia da essa voluto o accettato, che non ammette dissensi, attaccando sistematicamente chiunque osi esprimere dubbi, e che non mostra alcun interesse per la verità, non potrà mai giovare a nessuno.

 

 

Lorenzin: vaccini, non esistono prove che siano causa di gravi malattie

 

Prof. Yehuda Shoenfeld - Vaccino HPV

 

Yehuda Shoenfeld - ASIA