Oggi nella cattedrale di Perugia dedicata a San Lorenzo, uno dei tre patroni della città, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, ne ha celebrato la ricorrenza con una messa.

Nella sua omelia, il sostituto di Bagnasco alla guida della Cei ha parlato di rapporto tra famiglia e lavoro come questione in gran parte insoluta della nostra società, sottolineando la necessità di dover "fare di tutto perché non manchi mai il lavoro e il pane sulle mense di tante famiglie".

Bassetti ha poi espresso la sua "profonda preoccupazione per la situazione di precarietà lavorativa nella quale si sono venuti a trovare, in queste settimane, molti operai di alcune grandi aziende perugine e umbre". Una preoccupazione - ha aggiunto - "che si trasforma immediatamente in angoscia quando penso che accanto a ogni lavoratore precario si cela l’esistenza di una famiglia.

Una persona senza lavoro perde la dignità; mentre una famiglia senza un lavoro perde, a poco a poco, la speranza. Come pastore, e nel nome di san Lorenzo, rivendico con forza la necessità del pane e della grazia: di questo ha bisogno l’uomo."

Un passaggio importante e una bella denuncia quella pronunciata da Bassetti in un momento in cui l'ottimismo governativo vuol farci credere che stiamo vivendo (quasi) nel migliore dei mondi possibili, soprattutto riguardo al lavoro e alla ripresa economica.

Eppure, di questo passaggio nessuno ne ha parlato, anche se le dichiarazioni di Bassetti sulla stampa ci sono finite. E riguardo a cosa? Ai migranti. E su tale argomento il presidente della Cei non ha detto nulla di nuovo e nulla di diverso da quanto ci si attenderebbe da un prete.

"Ribadisco ancora oggi, di fronte alla piaga aberrante della tratta di esseri umani, il più netto rifiuto ad ogni forma di schiavitù moderna."

Poi ha proseguito, aggiungendo: "Ma rivendico, con altrettanto vigore, la necessità di un’etica della responsabilità e del rispetto della legge.

Proprio per difendere l’interesse del più debole, non possiamo correre il rischio – neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità – di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana."

"Dobbiamo promuovere, come ci insegna il Papa quotidianamente, la cultura dell’accoglienza e dell’incontro che si contrappone a quella dell’indifferenza e dello scarto. Ma dobbiamo farlo con grande senso di responsabilità verso tutti."

Questo passaggio riguardo alla possibilità di collaborare con i trafficanti di carne umana ha "eccitato" i media che si sono precipitati a riprendere questa che non può che essere catalogata come pura e semplice banalità. Eppure è stata la banalità a fare notizia.

Della denuncia di problemi relativi all'occupazione nell'Umbria nessuno ne ha parlato.