Era intervenuta in questi termini, sicuramente enfatici, la forzista Michaela Biancofiore per invitare l'aula della Camera ad approvare un emendamento che estendeva l'applcazione delle modalità di voto della nuova legge elettorale in fase di approvazione anche al Trentino-Alto Adige.

«Grazie, Presidente. Non so da dove iniziare, però, vorrei, veramente, un attimo di attenzione, da parte dell'Aula, se per una volta fosse possibile, perché con questa legge elettorale stiamo facendo il funerale ad una regione, la regione Trentino-Alto Adige Südtirol, una regione che è costata parecchie morti all'Italia...»

Il 5 Stelle Fraccaro, più pragmatico ed anche profetico, ha anch'egli annunciato il voto favorevole del suo gruppo all'applicazione della nuova legge e del metodo di voto anche al Trentino.

«Grazie, Presidente. Ho l'impressione che questo emendamento sia largamente condiviso da quest'Aula, ma ci sia la paura di approvarlo, perché potrebbe far saltare un accordo. Io non posso pensare che applicare la legge elettorale che stiamo discutendo oggi a tutto il territorio italiano possa far saltare l'accordo sulla stessa legge elettorale. Non credo sia possibile, perché sarebbe assurdo, perché di questo stiamo parlando; noi oggi stiamo discutendo, cercando di emendare e modificare, ma stiamo discutendo una legge elettorale proporzionale per l'Italia, per il Paese Italia e, quindi, uno si aspetterebbe che questa legge letterale fosse applicabile dalla Liguria al Friuli, dalla Sicilia all'Alto Adige. Invece, non è così, questa legge elettorale si ferma in Veneto, si ferma a Borghetto; a Borghetto c'è un muro, al di là del quale questa legge elettorale non va. È come se il Trentino Alto Adige non fosse quasi Italia. Ora, io penso, anzi, sono orgoglioso del fatto che il Trentino Alto Adige sia Italia e, proprio per questo, penso che dovremmo capire come mai una legge elettorale che dà dei diritti agli italiani nell'esercizio del loro voto sia diversa per una piccola area del nostro territorio italiano.»

Il voto, segreto, è stato favorevole alle modifiche indicate nell'emendamento. La maggioranza è stata messa sotto alla Camera, dove il PD - da solo - ha la maggioranza assoluta dei seggi.

Se l'emendamento su cui il PD aveva espresso un voto contrario viene approvato è evidente anche ad un bambino che abbia una qualche pur vaga nozione di aritmetica che all'interno del gruppo democratico alla Camera vi sono stati dei franchi tiratori.

Ed in conseguenza di ciò che cosa ha fatto il capogruppo PD Rosato? Ha preso la parola in Aula ed è letteralmente sbroccato contro i 5 Stelle, che avevano anticipato il loro voto favorevole, perché non avrebbero mantenuto gli accordi elettorali raggiunti in Commissione Affari costituzionali. In pratica, una quasi crisi di nervi, quella di Rosato, applaudita dal proprio gruppo con il solo scopo di cercare di distogliere l'attenzione dal problema dei franchi tiratori del PD.

I 5 Stelle, in fondo, avevano annunciato che, mantenuto l'impianto della legge elettorale, avrebbero presentato in aula degli emendamenti per migliorarne gli aspetti che a loro giudizio erano da cambiare. Ma non serve a questo il Parlamento?

Ma non è questa la messa in pratica dell'espressione che il segretario dello stesso PD ripetutamente ricorda a se stesso e agli altri? È la democrazia, bellezza!

Evidentemente, la democrazia nel PD funziona a giorni alterni ed è applicabile solo se è stata certificata e bollata dai placet di Matteo Renzi.

Dopo il voto di stamani, il voto su ulteriori emendamenti è stato sospeso e la discussione della legge è stata rimandata al pomeriggio. I democratici devono farsi dire da Renzi che cosa fare.