L'appuntamento di domenica a Lione, ha rappresentato per Marine Le Pen l'inizio della campagna elettorale per le presidenziali francesi. A questo seguiranno altri appuntamenti a Nantes, Lille, Tolosa, Marsiglia fino a Parigi.

Davanti a migliaia di persone, la rappresentante dell'estrema destra francese ha parlato, riferendosi alla situazione internazionale, di un risveglio dei popoli che segna la fine di un ciclo storico di cui ha denunciato il jihadismo e la globalizzazione economica e finanziaria come due facce contrapposte della stessa medaglia.

Nel caso di vittoria, Marine Le Pen negozierà con l'Europa nuovi accordi per la Francia. Se questi non potessero essere soddisfacenti, allora anche per i francesi si aprirebbe la possibilità di un'uscita dall'Unione Europea.

È un pericolo reale? Marine Le Pen è indicata come in grado di raccogliere il 25% dei consensi al primo turno. Risultato che le permetterebbe di essere quasi certamente il candidato che riceverebbe più voti. Al secondo turno, invece, sono molte alte le probabilità che venga battuta.

Paradossalmente, però, non è solo Marine Le Pen il vero pericolo per l'unità dell'Europa, ma addirittura chi dell'Europa ha fatto la sua fortuna politica, oltre a quella economica del suo paese: Angela Merkel.

Il cancelliere tedesco, anch'essa alle prese con la campagna elettorale che cerca di vincere per il rinnovo del suo mandato, ha anticipato la volontà, ai prossimi appuntamenti che si svolgeranno in primavera per celebrare la ricorrenza dei primi trattati che hanno dato vita all'Unione, di discuterne i primi passi della sua dissoluzione, ridisegnando un'Europa a due velocità con paesi che apparterrebbero, non si sa bene in base a quale criterio, ad un gruppo di serie A ed altri ad un gruppo di serie B.

Un pragmatismo, quello della cancelliera tedesca dovuto ufficialmente alla presa d'atto che burocrazie ed economie dei vari paesi funzionano im modo diverso, ma dietro l'angolo fa capolino il sospetto che tale dichiarazione sia soprattutto la conseguenza di rispondere, con una promessa elettorale che possa erodere i consensi, o perlomeno una buona parte di essi, ai nazionalisti tedeschi. Ma bisogna anche sottolineare che quanto la Merkel promette in campagna elettorale, ciò lo realizza o cerca di realizzarlo!

Se queste sono le premesse per il dibattito politico delle prossime settimane in Europa, è difficile pensare ad un futuro per l'Unione Europea.