Prima della conferenza stampa, Virginia Raggi doveva incontrare i vertici del Coni, Malagò e Pancalli. Il sindaco di Roma li ha avverititi di un contrattempo, assicurando che li avrebbe ricevuti. I due, però, hanno preferito andarsene interpretando la parte degli indispettiti.

Alle 16, insieme al vicesindaco Frongia, il sindaco di Roma Virginia Raggi si è presentata quindi in conferenza stampa per annunciare la sua decisione sul tema Olimpiadi a Roma: sì o no?

Le prime parole del sindaco, sottolineate da applausi, hanno subito dato la risposta: «È da irresponsabili dire sì a questa candidatura».

Le motivazioni espresse da Virginia Raggi sono riassumibili in questi concetti semplici e assolutamente chiari, privi di qualsiasi sofismo lessicale e politico.

Con le Olimpiadi si chiede alla città di Roma di fare ulteriori debiti che ricadrebbero sui romani e sugli italiani, poiché i soldi che sarebbero investiti sono quelli delle tasse.

L'esperienza del passato insegna che non esistono giochi a costo zero. Tra le passività dell'attuale bilancio  capitolino vi è ancora 1 miliardo di debiti costituito dall'esproprio dei terreni per le Olimpiadi del 1960. I costi per i mondiali di Italia 90 sono stati finiti di pagare nel 2015. A Torino i costi delle Olimpiadi invernali dovranno essere pagati ancora per molto tempo.


L'amministrazione 5 Stelle di Roma non vuole che lo sport sia utilizzato come pretesto per le colate di cemento. Questo, tra l'altro, è quanto avvenuto per i mondiali di nuoto con la costruzione di impianti costruiti male, mai terminati e costosissimi.

Virginia Raggi ha poi ricordato uno studio dell'Università di Oxford che dimostrava che finora i costi per la realizzazione delle Olimpiadi  hanno sempre sforato il budget previsto con un media del 50%, fino ad arrivare al record storico di Montreal di oltre il 700%!

Ma quello che ha fatto notevole impressione è il raffronto, ricordato dal sindaco di Roma, della situazione economica italiana nel 2012 rispetto a quella del 2016.

Anche il governo Monti aveva detto no alle Olimpiadi, con il debito pubblico italiano a 1928 miliardi di euro, il rapporto debito/Pil al 127% e la disoccupazione al 9%. Una situazione economica tale da non poter sostenere costi aggiuntivi come quelli di un'Olimpiade. Il Partito Democratico era d'accordo con Monti. Il costo per una Olimpiade non era sostenibile.

Nel 2016 il debito pubblico italiano è arrivato a 2250 miliardi di euro, il rapporto debito/Pil al 132,7%, la disoccupazione all'11,5%. La situazione economica è migliorata? Non pare proprio. Questa volta, però, il Partito Democratico è letteralmente scatenato perché i giochi possano essere organizzati a Roma! Evviva la logica!

Roma non è l'unica città che ha ritirato la propria candidatura. Anche Boston, Amburgo e Madrid hanno giudicato l'evento non sostenibile per le loro città.

Utilizzando i soldi già stanziati, facendo ricorso ai finanziamenti europei, facendo pagare il giusto compenso per le convenzioni in atto, tramite una seria revisione di spesa, le Olimpiadi del Comune di Roma saranno quelle della riqualificazione degli impianti sportivi già esistenti. E questo sarebbe un programma inaccettabile?