Lo Psillio si ottiene dal seme maturo di quattro varietà diverse di Plantago, tutte caratterizzate dalla presenza di mucillagini, concentrate nel rivestimento esterno del seme stesso.

Queste mucillagini sono capaci di assorbire acqua e formare gel viscos, che rendono la pianta ideale nel trattamento della stitichezza e come regolatore dell’assorbimento del glucosio e del colesterolo.

Lo Psillio infatti viene utilizzato come lassativo di volume, in caso di stipsi sia occasionale sia cronica e in tutti quei casi in cui sia utile ammorbidire le feci (emorroidi, gravidanza, fessurazioni anali, …). Al contrario può essere usato anche in caso di diarrea e di sindrome dell’intestino irritabile per normalizzare il flusso gastrointestinale.

Non solo, viene usato anche come coadiuvante nelle diete per la sua capacità di assorbire anche gli zuccheri e i grassi in eccesso, regolando così il metabolismo del glucosio e del colesterolo.

In caso di stitichezza, le mucillagini dello Psillio, essendo igroscopiche e avendo cioè la capacità di assorbire acqua, hanno la funzione di aumentare il volume delle feci e di stimolare il movimento peristaltico e quindi il transito intestinale. In più inducono senso di sazietà, contribuendo alla ingestione di meno calorie.

In caso di diarrea, legandosi ai fluidi intestinali, lo Psillio aumenta la viscosità del contenuto intestinale, prolunga il tempo di transito e normalizza la frequenza di defecazione.

Sull’azione sul metabolismo di colesterolo e glucosio esistono molti studi che mostrano le sue potenzialità nel ridurre la concentrazione di LDL e di glucosio (legandosi ad essi nel lume intestinale, lo Psillio li elimina con le feci e fa diminuire il loro assorbimento). Recentemente è stato dimostrato che la semplice aggiunta nel cibo di Psillio a una normale dieta (per un tempo prolungato di almeno 12 settimane) può essere sufficiente per ottenere effetti benefici sulla sindrome metabolica (peso, massa corporea, percentuale di grasso corporeo, colesterolo e glucosio).

L’assunzione di Psillio ha inoltre un effetto protettivo sulle mucose gastrointestinali. Le sue fibre vengono fermentate ad opera dei batteri intestinali e rilasciano acidi grassi che hanno un effetto trofico sulle cellule delle mucose, cioè nutrono i batteri “buoni” del nostro intestino, facendoli stare più in salute.

Lo Psillio inoltre riduce l’attività dei batteri “cattivi” del colon e inibisce la loro capacità tossica, quindi rende “pulito” l’intestino.

Il buono e il bello dello Psillio è che di norma non irrita l’intestino, ma anzi lo aiuta a svolgere al meglio le sue funzioni. E caratteristica molto importante, svolgendo un’azione di tipo meccanico, non dà assuefazione.

Il suo dosaggio giornaliero va dai 7 ai 40 grammi di semi, suddivisi in 2 o 3 volte e preferibilmente al momento dei pasti, in modo da fargli svolgere al meglio anche la sua azione spezza fame e di assorbimento dei grassi e degli zuccheri. I semi sono da assumere con abbondante liquido (100-300 ml ogni 10 grammi più o meno) e durante il periodo di assunzione si consiglia di aumentare il dosaggio di liquidi giornalieri per fare in modo che le sue mucillagini si rigonfino ed esplichino al meglio le loro funzioni.

La sua assunzione è sicura anche per le donne in gravidanza e per i bambini. L’importante è assumere sufficienti liquidi perché le sue fibre non facciano effetto contrario e diano stitichezza.

Attenzione se si assumono farmaci perché le fibre dello Psillio potrebbero inglobare i principi attivi dei farmaci stessi e non farli funzionare. Quindi non assumerli insieme o a distanza ravvicinata, ma almeno con un’ora di distacco.

Oltre che miscelati al cibo (yogurt, minestre o altro) o insieme all’acqua, i semi di Psillio possono essere assunti anche sotto forma di “fibra liquida”, lasciandoli in ammollo in acqua per tutta una notte e bevendo l’acqua di sospensione al mattino seguente: le fibre idrocolloidali saranno passate all’acqua e svolgeranno la loro funzione.

I semi di Psillio si trovano in erboristeria, anche in preparati già pronti da sciogliere in acqua oppure sotto forma di polvere inglobata in capsule per un uso più pratico.

 

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