Per celebrare, diciamo così, il nuovo anno scolastico, l'istituo di ricerca Doxa ha pensato di confrontare i risultati di una ricerca effettuata nel 1992, ormai un quarto di secolo fa, con l'obbiettivo di mettere a confronto i ricordi della scuola, quelli di "oggi" con quelli di "ieri". Ecco quello che ne è venuto fuori.


RICORDI BUONI O CATTIVI?
Sono relativamente pochi gli adulti che conservano un ricordo cattivo dell’esperienza fatta tra i banchi di scuola: si va dal 3,5% di risposte negative sul totale intervistati 2017 per i ricordi legati alle scuole elementari al 4,5% di risposte negative per scuole medie e superiori. Poca roba, dunque. E, fatto curioso, oggi la percezione negativa è in generale inferiore rispetto a quanto registrato 25 anni fa.

Nel 1992 l’incidenza dei cattivi ricordi era infatti il doppio, o quasi. Soprattutto per elementari e medie dove si attestava sul 6%. Ma vediamo i dettagli per tipologia di scuola registrati dalla ricerca 2017. Partiamo dai ricordi scolastici delle scuole elementari: quasi 9 Italiani su 10 (87%) ne hanno un ricordo complessivo (legato sia ai compagni che agli insegnanti) positivo (ottimo o buono) e migliore rispetto a quello rilevato nel 1992, quando i ricordi positivi riferiti alla scuola elementare erano risultati il 75%.

I buoni ricordi sono più presenti fra i giovani di 15-34 anni (94%, contro l’83% degli over 55). Passando alla scuola media, prevalgono ancora di gran lunga i ricordi positivi (83%) seppure in misura inferiore rispetto alle elementari. Anche in questo caso si registra un incremento significativo dei ricordi positivi rispetto al 1992 (+11%). Per quel che concerne le scuole superiori poi i ricordi positivi risultano l’83%, in lieve crescita rispetto a 25 anni fa (76%).


SCUOLA SÌ, MA DI VITA…
Ricordi a parte, quello che emerge dalle risposte raccolte dagli intervistatori Doxa è l’importanza che ciascuno di noi attribuisce alla scuola nella formazione della propria personalità.

Per la stragrande maggioranza di noi gli anni scolastici sono stati infatti cruciali. Anche per il bagaglio di conoscenze accumulate e necessarie per affrontare al meglio la vita in età adulta. Fondamentale in questo senso risulta essere stato soprattutto l’apporto delle scuole superiori, giudicate dall’88% del campione molto rilevanti.

Seguono le elementari con l’85% di risposte positive. Un po’ meno incisive, a quanto pare, sono giudicate le medie il cui apporto si attesta sull’81%. Come le valutazioni dei ricordi, anche le opinioni sull’importanza del contributo delle varie scuole sono tutte in crescita rispetto a quelle rilevate nel 1992: addirittura +20% per le elementari, +13% per le medie e +11% per le superiori.

Scorrendo le fasce d’età degli intervistati 2017 poi colpisce il fatto che oltre la metà dei 35-54enni reputa le elementari le scuole più formative.

Al contrario dei 15-34enni, i mitici millennials, che scommettono tutto sulle superiori. E in questo fanno il paio con i baby boomers, ossia gli over 55, anche essi più affezionati proprio alle superiori percepite quali «scuola di vita» vera e propria.


LINGUE STRANIERE AL PALO
Infine, diamo uno sguardo al rendimento scolastico degli italiani. Ebbene sì… le lingue straniere restano il nostro cruccio più grande. Con il 49% del totale campione che ammette una performance non proprio impeccabile.

Si salvano solo i 15-34enni che in due casi su tre si ritengono invece più che soddisfatti. Italiano e materie letterarie restano le preferite di tutti con rendimenti record soprattutto alle medie. Meno entusiastiche le risposte fronte matematica e materie scientifiche.

Per tutte le materie si registra rispetto al 1992 ancora una volta un aumento delle quote di giudizi positivi di oltre 20 punti percentuali! Ma davvero siamo diventati tutti più bravi?