Ormai è un bollettino di guerra. Gli ospedali sono al collasso. I reparti infettivi non possono più ospitare i pazienti che vengono stipati nelle corsie. Il personale medico è decimato. L'epidemia si sta alalrgando ed in futuro nulla sarà più come prima.

Toni enfatici, leggermente esagerati? Sì, è così, ma non del tutto immotivati. Infatti, il clima che il governo e la maggioranza che lo supporta vogliono instaurare nel paese su quella che viene già definita, almeno nel dibattito parlamentare, "emergenza vaccini", non è poi così lontano dagli eccessi sopra descritti.

Basta scorrere l'ultimo bollettino a cura del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore della sanità (ISS) sul numero dei malati di morbillo in Italia che riporta 3.501 casi e 2 decessi... dall'inizio dell'anno! I due decessi sono relativi a due bambini gravemente ammalati, uno di leucemia e l'altro affetto da una immudeficienza grave, ma comunque inseriti nella classifica delle vittime del morbillo.

Fino a qualche anno fa ammalarsi di morbillo o parotite era un'eventualità scontata, se non quasi considerata una necessità. Adesso è una tragedia. Queste due malattie insieme al altre dieci o dodici, così come vorrà decidere il Parlamento, in barba alla presunta scientificità del decreto della ministra della Salute Lorenzin, saranno incluse tra quelle da debellare con la vaccinazione obbligatoria per i bambini a partire da 0 anni di età.

Chi vorrà iscrivere un bambino all'asilo nido, a partire da tre mesi, dovrà sottoporlo inizialmente alla somministrazione di un vaccino esavalente e, successivamente, ad altri quattro, cinque, forse sei vaccini prima che compia un anno. Si hanno esperienze scientifiche riguardo a questa scelta voluta dalla ministra Lorenzin? Non risulta che esista una casistica che escluda problemi o rischi nel somministrare 10 o 12 vaccini ad un neonato nel primo anno di età. Ma la ministra che ha ordinato per decreto questa modalità di vaccinazione parla di dati scientifici a supporto delle sue decisioni!

Chissà dove li tiene nascosti, perché ancora nessuno li ha visti.

In questi giorni, il decreto Lorenzin è approdato al Senato per essere trasformato in legge e molte delle perplessità in esso contenute sono state riproposte dalle opposizioni alla ministra, al governo e alla maggioranza, senza che nessuno di loro fornisse risposta alcuna.

Tra i paradossi del provvedimento vi è anche la sanzione fino a 3.500 euro per i genitori che decidano di non vaccinare i propri figli, praticamente tre volte la multa che un barista dovrebbe pagare nel caso vendesse alcol ad un minorenne.

Meglio non vaccinarsi? E chi lo dice! Governo e maggioranza cercano di far passare l'idea che in Italia nessun bambino sia più vaccinato, quando la media nel 2015 per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse e Hib (vaccino esavalente) è stata del 93,4%, l'1,6% in meno della soglia del 95% raccomandata dall'OMS. Naturalmente, trattandosi di media ciò significa che in alcune regioni il dato è leggermente più alto, mentre in altre è leggermente più basso.

Ma se questi sono i numeri di riferimento, che senso ha far passare il messaggio di un paese dove nessuno più si vaccina e imporre per decreto delle vaccinazoni obbligatorie - tra l'altro abbassando la soglia di età ai bimbi appena nati - quando si poteva invece affrontare il problema con una campagna d'informazione ed una collaborazione mirata con le regioni?

Naturalmente, agendo in modo logico in base al buon senso e alla buona amministrazione, la visibilità per la ministra Lorenzin non sarebbe stata la stessa.