Le conseguenze diplomatiche dell'incontro avvenuto la scorsa settimana tra Turchia, Russia ed Iran sembrano portare a delle conseguenze concrete in merito ad una soluzione del conflitto in Siria.

Secondo quanto anticipato dal ministro degli esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu, con il benestare della Russia, sarebbero pronte due soluzioni, una per il cessate il fuoco ed una che preveda una politica per la Siria.

Per quanto riguarda l'aspetto militare, le forze ribelli devono ancora trovare un punto d'intesa al loro interno, ma, pare che dalla dalla trattativa del cessate il fuoco sarebbe esclusa l'area di Damasco.

Invece, per quanto riguarda l'assetto della Siria, le difficoltà maggiori fanno capo al ruolo di Assad, gradito a Mosca, ma sgradito a tutti gli altri, Turchia compresa. Una possibilità di incontro per raccordare i vari punti di vista delle forze in conflitto potrebbe esser trovato in un governo di transizione ed in una suddivisione della Siria in aree a sovranità limitata.

Ma le ipotesi finora trapelate sono solo da considerarsi indiscrezioni. Ulteriori passi avanti si attendono in un prossimo incontro fissato ad Astana, capitale del Kazakistan, di cui però non è stato ancora diffuso un elenco dei partecipanti, in modo da comprendere lo stato raggiunto negli accordi in corso.

Quel che traspare, è il ruolo marginale che nella vicenda hanno assunto l'Europa e gli Stati Uniti, come anche la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, che, dopo aver effettuato vani inutili tentativi di accordo, sembrano aver rinunciato ad un ruolo primario.

Questo, ovviamente, in futuro ciò non potrà non avere conseguenze di carattere geopolitico in quell'area.