Il 60% degli italiani ha detto No alla riforma costituzionale imposta al Parlamento da Matteo Renzi ed il presidente del Consiglio ne ha tratto le conseguenze.

«Si può perdere un referendum, ma non si perde il buon umore. Io ho perso e lo dico a voce alta, nella politica italiana non perde mai nessuno. [...] Io credo nella democrazia, andiamo via senza rimorsi».

Matteo Renzi si è presentato davanti alle telecamere a Palazzo Chigi annunciando le proprie dimissioni da premier. Dimissioni che verranno presentate al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel pomeriggio di lunedì.

Nel suo discorso, Renzi ha espresso la sua soddisfazione per la partecipazione al voto degli italiani - che ha sfiorato il 70% - ed ha passato il testimone dei problemi del paese ai "leader del No", che a questo punto dovranno assumersi onori e oneri.

Non sono mancati neppure i ringraziamenti a coloro che hanno supportato la campagna del Sì. Come non è mancata neppure la propria auto celebrazione per le riforme da lui fatte.

L'aver legato l'esito del referendum costituzionale alla sua permanenza al Governo è la conseguenza, da parte dello stesso Renzi, di aver trasformato un voto che doveva rimanere circorscritto ad una valutazione sui contenuti della nuova Costituzione, in un voto esclusivamente politico.

È Renzi che aveva anticipato mesi fa le proprie dimissioni, ritrattando più volte anche le sue stesse ritrattazioni, nel caso di sconfitta. La sconfitta è arrivata e, mantenendo per la prima volta la propria parola, Renzi si è dimesso.

Dopo quanto detto, sarebbe incredibile che Renzi accetti un eventuale invito di Mattarella a chiedere la fiducia in Parlamento. Sarebbe, più che scandaloso, del tutto ridicolo.

Pertanto, il presidente della Repubblica deciderà se formare un nuovo Governo - ed è molto probabile che questa sarà la scelta - oppure se andare al voto, scelta che gli verrà suggerita da Lega Nord e Movimento 5 Stelle.

Da ricordare, comunque, che Matteo Renzi non ha detto che si dimetterà dalla politica e da segretario del Partito Democratico. Pertanto, c'è da scommettere che già fin d'ora stia lavorando per organizzare la propria riscossa. Sarebbe clamoroso, quello sì, se si dimettesse anche dalla segreteria del PD.