Alla fine di maggio, durante una direzione al Nazareno, Renzi annunciava che la Festa nazionale de l'Unità 2017 si sarebbe fatta ad Imola, all'interno dell'autodromo, in base alla scelta di Andrea Rossi, responsabile dell'organizzazione del Partito Democratico.

Ed anche in questi giorni ci sono Feste de l'Unità in giro per l'Italia ed altre in programmazione, come quella che tradizionalmente si svolge a Firenze, nel parco della Cascine.

Insomma, almeno nelle feste, l'Unità è ancora presente. Originariamente, le feste erano organizzate dal PCI per finanziare l'organo ufficiale di partito, per l'appunto l'Unità. Poi l'organizzazione è passata al Partito Democratico della Sinistra prima e ai Democratici di Sinistra poi. Dal 2008 al 2013 le Feste de l'Unità si sono chiamate Feste Democratiche Nazionali e solo a partire dal 2014, proprio grazie a Matteo Renzi, hanno ripreso il loro nome originale.

Quest'anno, però, c'è un problema o, comunque, una contraddizione. Le Feste de l'Unità continuano ad essere fatte, ma l'Unità, come giornale, non esiste più. Il primo giugno scorso l’editore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci ha comunicato di interrompere volontariamente la pubblicazione, in attesa di portare a compimento le procedure di ristrutturazione aziendale.

L'Unità è gestita da una società la cui maggioranza è nelle nelle mani del gruppo Pessina, mentre il PD è socio di minoranza. Come hanno più volte ricordato i suoi giornalisti "non siamo di fronte ad una società composta di soci privati: siamo di fronte ad un’impresa editoriale che ha al suo interno un partito politico che ha fatto della difesa dei diritti il suo cavallo di battaglia. Un Pd che ha assistito a quanto sta accadendo da mesi, compreso il ricatto al sindacato di non pagare gli stipendi fino a quando il Cdr non avesse convinto gli ex dipendenti a rinunciare ai loro diritti sanciti dal giudice del lavoro, senza prendere una forte posizione pubblica."

Eppure, nella sua strabordante retorica, il segretario del PD Matteo Renzi continua dire che nessuno sarà lasciato indietro! Evidentemente, l'Unità non rientra nel gruppo, ed ormai definitivamente, considerando che è stata sostituita come organo di partito da un quotidiano online che si chiama Democratica. Però che si continuino a fare le feste è alquanto irridente. Almeno un po' di coerenza, da parte del Partito Democratico di Renzi, sarebbe richiesta, solo per una questione di rispetto. Quindi, d'ora in avanti, che a quelle feste perlomeno si cambi nome e da Festa de l'Unità si inizino a chiamare Festa a l'Unità!