Nei mesi scorsi gli elementi che giustificano un incremento dei tassi di interesse Usa si sono ulteriormente rafforzati, secondo il capo della Federal Reserve Janet Yellen (sopra con una manifestante).

In favore di un innalzamento testimoniano lo sviluppo stabile del mercato del lavoro e, in generale, le previsioni sull'andamento dell'economia, in base a quanto dichiarato dalla stessa Yellen nel corso del convegno annuale della Fed, tenutosi ieri venerdì a Jackson Hole, in Wyoming.

"L'economia Usa si sta avvicinando ai traguardi previsti dalla Federal Reserve in termini di piena occupazione e di stabilità dei prezzi", ha dichiarato la Yellen. Nonostante, durante il convegno, siano stati in molti a pronunciarsi a favore di un quanto più rapido possibile aumento del tasso d'interesse, la Fed sembra orientata ad aspettare ancora in attesa del momento propizio. Del resto, nel secondo trimestre di quest'anno si è registrato un incremento del PIL Usa dell'1,1 per cento su base annua, che è un risultato inferiore alle attese.

Non è stata indicata una data precisa per l'adozione del provvedimento, ma le affermazioni del capo della banca centrale lasciano pensare un intervento in tal senso prima della fine dell'anno. Qualcuno ipotizza che questo avverrà a settembre, soprattutto nel caso che i risultati dell'andamento del mercato del lavoro in agosto siano positivi. Altri puntano a dicembre, ritenendo che la Fed voglia muoversi solo dopo le elezioni presidenziali dell'8 novembre.

La banca centrale aveva aumentato i tassi di interesse, per la prima volta dopo la crisi finanziaria, nel dicembre scorso, prevedendo, entro quest'anno, altri quattro aumenti che non ci sono, in realtà, stati, almeno finora. Il tasso attuale è rimasto in un range compreso fra lo 0,25 e lo 0,5 per cento. Bassi tassi d'interesse favoriscono l'indebitamento e l'assunzione di rischi, due fattori che promuovono la crescita economica, mentre un aumento ha un effetto deprimente sull'economia. Da qui l'intenzione della Fed di procedere con molta cautela.

Giovedì scorso, sempre a Jackson Hole, si era tenuto un incontro promosso dai sostenitori della campagna Fed Up (sopra), che spingono per un rinvio dell'aumento dei tassi, cui avevano partecipato anche funzionari della banca centrale.

A fronte di testimonianze di persone che avevano perso il lavoro o che non riuscivano a trovarlo pur essendo molto qualificate, gli esponenti della Fed hanno sostenuto che spingere troppo sull'incremento dell'occupazione potrebbe essere controproducente e potrebbe portare ad una recessione, che finirebbe per essere dannosa per tutti, specialmente per chi già ora si trova in difficoltà.