Il presidente della Colombia Juan Manuel Santos è stato insignito del premio Nobel per la pace, a seguito degli sforzi compiuti per mettere fine alla guerra con i ribelli delle FARC, che ha insanguinato il paese sudamericano per 52 anni, causando oltre 260 mila morti.

Un accordo di pace, quello siglato la settimana scorsa a Cuba, purtroppo rigettato dai colombiani in un referendum tenutosi domenica e vinto dal fronte del No, seppure a strettissima maggioranza (50,2%)

L'assegnazione, più che meritata, del Nobel a Santos potrà forse servire come un'ulteriore spinta verso il raggiungimento di una tregua definitiva con le forze ribelli.

La presidente del Comitato Norvegese per il Nobel, Kaci Kullmann Five, si è esplicitamente augurata che i negoziati possano continuare e che, nel frattempo, da entrambe le parti venga rispettato il cessate il fuoco previsto dagli accordi. Ha fatto, inoltre, notare come l'esito del referendum non debba essere visto come un voto contro la pace, ma come il rifiuto di un particolare accordo di pace. Si è augurata che i negoziati proseguano e che i vari partiti colombiani contribuiscano fattivamente al loro successo.

Juan Manuel Santos si è detto molto onorato per il riconoscimento ricevuto e ha dichiarato di accettarlo a nome di tutti i colombiani, soprattutto di quei milioni di persone che hanno sofferto per un conflitto che è durato più di mezzo secolo.

Un po' di sorpresa l'ha generata il fatto che il premio sia stato conferito al solo presidente colombiano e non anche a Rodrigo Londoño (foto), o Timoleón "Timochenko" Jiménez come si fa chiamare, capo delle FARC. E' indubbio che il successo dei negoziati de L'Avana in buona parte è anche merito suo.

Del resto, in passato, quando venivano premiati negoziati di pace, il Nobel era assegnato a rappresentanti di entrambe le parti presenti al tavolo delle trattative. Fu così, ad esempio, nel 1973 per Henry Kissinger e Le Duc Tho, in merito alla guerra in Vietnam, e nel 1994, quando furono premiati gli israeliani Peres e Rabin da una parte e il palestinese Yasser Arafat dall'altra, per gli sforzi compiuti per la pace in Medio Oriente.

Anche la stessa Ingrid Betancourt (foto), già candidata alla presidenza della Colombia, sequestrata dalle FARC e rimasta nelle loro mani per sei anni, dal 2002 al 2008, ha dichiarato in un'intervista che anche Londoño avrebbe meritato di ricevere il premio Nobel per la pace, insieme a Santos.

Il capo delle FARC ha affidato il suo commento a un tweet, in cui scrive che l'unico premio cui aspira è la pace per la Colombia, accompagnata dalla giustizia sociale, senza paramilitarismo, senza rappresaglie né menzogne.